La parola e l'icona Un'analisi di Basilio di Cesarea, de Spiritu Sancto XVIII 45 e dei suoi echi letterari bizantini fino al IX secolo
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Autore
Ricciardi, Paolo <1999>
Data
2024-03-21Disponibile dal
2024-03-28Abstract
Il trattato de Spiritu Sancto redatto da Basilio di Cesarea intorno al 375 è certamente una
pietra miliare della teologia e della dottrina cristiana, in particolar modo per la Chiesa
orientale, e ha goduto di una vasta fortuna nella letteratura successiva, in lingua greca e in
lingua latina. Il successo e la fruizione del testo sono stati immediati e prolungati nel tempo:
molti autori hanno citato o alluso a brani di questo trattato. Senza dubbio Basilio con questa
opera ha influenzato la letteratura e la teologia successive. Di fronte a questa fortuna
letteraria mi sono posto come primo interrogativo: qual è stata e per quale ragione l’influenza
di Spir. nella letteratura bizantina? Di fronte all’ampio spettro di possibilità che dischiude
questa domanda, mi sono concentrato sullo studio della fortuna di un brano specifico: Spir.
XVIII 45, 5-20.
Questa pericope ha avuto un vasto successo e un vasto panorama di impieghi secondo una
lettura cristologica che legittima la Trinità e il culto delle icone. Ho quindi proseguito
l’indagine della questione posta sopra analizzando dal punto di vista filologico ed esegetico
queste righe basiliane. Ho proceduto nel modo più possibile accurato in uno studio di
decostruzione dei contesti storici attraversati dai testi che ho incontrato nella mia ricerca, a
partire, ovviamente, da quello del trattato. Di pari passo mi sono concentrato sul testo dal
punto di vista filologico ancora prima che da quello letterario.Gli studi sulla tradizione diretta del trattato de Spiritu Sancto di Basilio di Cesarea sono
ancora incompleti e, quindi, mi sono dedicato a esaminare quella indiretta focalizzandomi su
due pericopi di Spir. XVIII, 45, 5-10 e 15-20. La mia convinzione è che la tradizione
indiretta ci possa fornire informazioni letterarie e filologiche molto preziose. Le opere
discusse in questa tesi coprono un arco cronologico che va dal IV secolo al IX. The treatise de Spiritu Sancto written by Basil of Caesarea around 375 is certainly one
cornerstone of theology and Christian doctrine, especially for the Church
oriental, and enjoyed a vast fortune in subsequent literature, in Greek and in
Latin language. The success and use of the text were immediate and prolonged over time:
many authors have quoted or alluded to passages from this treatise. Without a doubt Basilio with this one
work influenced subsequent literature and theology. Faced with this fortune
literary I asked myself the first question: what was the influence and for what reason
of Spir. in Byzantine literature? Faced with the wide spectrum of possibilities it opens up
this question, I focused on studying the fortune of a specific song: Spir.
XVIII 45, 5-20.
This pericope has had vast success and a vast range of uses according to one
Christological reading that legitimizes the Trinity and the cult of icons. I then continued
the investigation of the question posed above by analyzing it from a philological and exegetical point of view
these Basilian lines. I have proceeded as carefully as possible in a study of
deconstruction of the historical contexts crossed by the texts I encountered in my research, a
starting, obviously, from that of the treaty. At the same time I focused on the text from
philological point of view even before the literary one. Studies on the direct tradition of the treatise de Spiritu Sancto by Basil of Caesarea are
still incomplete and, therefore, I dedicated myself to examining the indirect one by focusing on
two pericopes of Spir. XVIII, 45, 5-10 and 15-20. My belief is that tradition
indirectly can provide us with very valuable literary and philological information. The works
discussed in this thesis cover a chronological period ranging from the 4th to the 9th century.
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesisCollezioni
- Laurea Magistrale [5659]