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dc.contributor.advisorCelada Ballanti, Roberto <1957>
dc.contributor.advisorColagrossi, Elisabetta <1986>
dc.contributor.authorRosati, Martina <2000>
dc.date.accessioned2024-10-17T14:13:37Z
dc.date.available2024-10-17T14:13:37Z
dc.date.issued2024-10-14
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/9425
dc.description.abstractVoltaire effettua una vera e propria decostruzione della teodicea speculativa leibniziana che, partendo dal celebre romanzo Zadig, arriva a Candide, passando per il famoso Poema sul disastro di Lisbona. Il richiamo alla figura vetero-testamentaria di Giobbe è chiaro: egli è a tutti gli effetti il modello di tutti i protagonisti volteriani che, nonostante siano virtuosi, soffrono inspiegabilmente. Senza più nessun tipo di giustificazione, nel mondo regna incessantemente l’eterogenesi dei fini, laddove ogni avvenimento è disconnesso dal tutto. Non credendo più all’idea leibniziana, dove il male è sempre in funzione di un bene più grande, Voltaire, sostiene che Dio non si occupa nemmeno della storia, ma è l’uomo a doversene occupare così da poter coltivare l’umanità. Di fatto è proprio Voltaire a dichiarare l’esaurimento della teodicea leibniziana, ma sarà solo Kant, molti anni dopo, a sancirne il suo fallimento, spostando la “res” dal piano metafisico a quello etico, con lo scopo di renderla più autentica.it_IT
dc.description.abstractVoltaire carries out a real deconstruction of Leibniz's speculative theodicy which, starting from the famous novel Zadig, arrives at Candide, passing through the famous Poem on the Lisbon disaster. The reference to the Old Testament figure of Job is clear: he is in all respects the model of all the voltarian protagonists who, despite being virtuous, suffer inexplicably. Without any type of justification anymore, the heterogenesis of ends reigns incessantly in the world, where every event is disconnected from the whole. No longer believing in the leibnizian idea, where evil is always a function of a greater good, Voltaire maintains that God does not even concern himself with history, but it is man who must concern himself with it to be able to cultivate humanity. In fact, it was Voltaire himself who declared the exhaustion of Leibniz's theodicy, but it was only Kant, many years later, who sanctioned its failure, moving the “res” from the metaphysical to the ethical level, with the aim of making it more authentic.en_UK
dc.language.isoit
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/closedAccess
dc.titleVoltaire e la crisi della teodicea speculativait_IT
dc.title.alternativeVoltaire and the crisis of speculative theodicyen_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/masterThesis
dc.subject.miurM-FIL/03 - FILOSOFIA MORALE
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2023/2024
dc.description.corsolaurea8465 - METODOLOGIE FILOSOFICHE
dc.description.area4 - LETTERE E FILOSOFIA
dc.description.department100016 - DIPARTIMENTO DI ANTICHITÀ, FILOSOFIA E STORIA


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