Diagnosi di carcinoma polmonare dopo l’accesso in pronto soccorso: analisi dei percorsi diagnostico-terapeutici e outcome clinici presso un IRCCS a indirizzo oncologico
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Autore
Cafaro, Iacopo <1996>
Data
2022-06-20Disponibile dal
2022-06-23Abstract
Fino ad un terzo delle diagnosi di tumore polmonare avvengono tramite accesso in Pronto Soccorso (P.S.). Questi pazienti sono spesso gravati da prognosi particolarmente infausta. In tale setting, abbiamo intrapreso questo studio, mirato a valutare il percorso delle persone affette da neoplasia polmonare che ricevono diagnosi dopo l’accesso in P.S. presso l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Sono stati quindi individuati 124 pazienti che hanno ricevuto diagnosi in tale situazione. I criteri di eleggibilità includevano: (i) l’accesso tramite P.S., (ii) il non aver ricevuto diagnosi prima dell’accesso in P.S. o comunque non essere ancora stati presi in carico da un medico specialista in oncologia. Dopo l’accesso dal P.S., non tutti i pazienti hanno affrontato un percorso diagnostico/stadiativo completo. Il 94.4% dei pazienti ha intrapreso un iter di staging della malattia, permettendo di definire con precisione lo stadio, ma solo l’83.9% dei pazienti lo ha portato a termine, essendo stato sottoposto a biopsia, e quindi a diagnosi e staging anatomopatologici; considerando poi solo i pazienti con NSCLC, solo l’89.4% ha ricevuto diagnostica molecolare. In linea con i dati presenti in letteratura, lo studio ha evidenziato come alla diagnosi di tumore polmonare successiva all’accesso in P.S. sia associata una bassa sopravvivenza media (3.9 mesi, IC 95%: 2.0-5.8), specialmente tra i pazienti con età al di sopra dei 73 anni (1.8 mesi, IC 95%: 0.8-2.8).
Solamente i due terzi dei pazienti con NSCLC in stadio IV/ED sono stati in grado di avviare una terapia di prima linea, fattore associato a una migliore O.S. in modo statisticamente significativo, indipendentemente dal tipo di trattamento, seppur con differenze a seconda della strategia utilizzata. Dato importante, sebbene non significativo, è la latenza tra biopsia e diagnostica molecolare. Up to one third of lung cancer diagnoses are made through access to the Emergency Room (E.R.). These patients often face a particularly unfavorable prognosis.
Motivated by these observations, we studied the experience of people suffering from lung cancer who receive diagnoses after accessing the E.R. at the hospital Policlinico San Martino di Genova. We selected 124 patients who received a diagnosis following emergency admission. Eligibility criteria included: (i) access via the E.R., (ii) not having received a diagnosis prior to accessing the E.R. or, in any case, not yet being the patient of an oncology specialist. Our results show that, after accessing the E.R., not all patients underwent a complete diagnostic/staging process. The 94.4% of the patients undertook a staging process of the disease, allowing us to define the stage with precision, at least radiologically; however, only 83.9% of the patients completed the process by receiving a biopsy; Restricting the attention to NSCLC patients, we find that only 89.4% received molecular diagnostics. The study shows that the diagnosis of lung cancer following emergency access is associated with a low mean survival (3.9 months, 95% CI: 2.0-5.8), especially among patients with age above 73 years (1.8 months, 95% CI: 0.8-2.8). Furthermore, only two-thirds of patients with stage IV/ED NSCLC were able to begin a first-line therapy, which is associated with better survival in a statistically significant way, independently of the type of treatment started. Additionally, we higlight significant differences in survival, according to the therapeutic strategy used.
The study also finds a surprisingly large (albeit not statistically significant) latency between the execution of the biopsy and the availability of the mutational pattern.
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesisCollezioni
- Laurea Magistrale [4704]