La guerra di Crimea (1853-1856) - La svolta giornalistica
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Author
Sturlese, Federico <1996>
Date
2021-07-15Data available
2021-07-22Abstract
La tesi studia molto da vicino la svolta giornalistica portata dalla guerra di Crimea, un conflitto decisivo per lo sviluppo del giornalismo di guerra come lo conosciamo oggi. Lo scopo principale del testo consiste nel confrontare un vasto numero di punti di vista differenti, per poter dare al lettore uno sguardo completo sulle controverse vicende del campo di battaglia.
Gli assoluti protagonisti della nuova informazione bellica furono i primi inviati speciali, che grazie ai loro dispacci riuscirono a mobilitare l’opinione pubblica in modo massiccio. Le notizie venivano per la prima volta riportate in modo obiettivo, al fine di informare i lettori su cosa stesse succedendo veramente al fronte, senza omissioni dettate dal potere. Il reporter del “Times” William Howard Russell si distinse particolarmente in quest’ambito, mentre l’altra faccia della medaglia fu costituita dal fotografo Roger Fenton. Se il primo fu il paladino dell’informazione libera dai giochi politici, il secondo venne inviato in Crimea apposta per immortalare un’immagine positiva della campagna.
Ci furono anche altri attori nello scenario mediatico, molto diversi tra loro. I militari di alto rango documentarono i fatti in maniera consistente, come già avveniva in passato, ma si affacciarono sullo scenario alcuni narratori inediti. Per la prima volta anche soldati più modesti scrissero molte pagine, tra lettere, diari o memoriali, così come i dottori e gli infermieri.
Questa sovrabbondanza di letture fece sì che l’opinione pubblica, soprattutto quella britannica, venne emotivamente coinvolta in un conflitto armato come mai prima. Il filo conduttore della tesi, che vuole essere molto “giornalistica” e poco “storica”, consiste proprio nell’esaminare come la guerra di Crimea abbia influito sul pensiero comune dell’epoca, grazie soprattutto alla svolta giornalistica che la caratterizzò. The thesis studies very closely the journalistic turning point brought by the Crimean War, a decisive conflict for the development of war journalism as we know it today. The main purpose of the text is to compare a large number of different points of view, in order to give the reader a complete look about the controversial events of the battlefield.
The absolute protagonists of the new information were the first special envoys, who thanks to their dispatches managed to mobilize public opinion in a massive way. News was for the first time reported in an objective way, in order to inform readers about what was really going on at the front, without omissions dictated by power. "Times"'s reporter William Howard Russell stood out particularly in this area, while the other side of the coin was the photographer Roger Fenton. If the former was the champion of information free from political games, the latter was sent to the Crimea on purpose to immortalize a positive image of the campaign.
There were also other actors in the media scene, very different from each other. The high-ranking officials documented the facts in a consistent manner, as already happened in the past, but some new narrators appeared on the scenario. For the first time even more modest soldiers wrote many pages, including letters, diaries or narratives, as did doctors and nurses.
This overabundance of reading meant that public opinion, especially British opinion, became emotionally involved in an armed conflict like never before. The leitmotif of the thesis, which is intended to be very "journalistic" and not "historical", consists precisely in examining how the Crimean war influenced the common thinking of the time, thanks above all to the journalistic turning point that characterized it.
Type
info:eu-repo/semantics/masterThesisCollections
- Laurea Magistrale [5082]