Pandemia, ambiente e politica - Il Coronavirus come atto finale della globalizzazione?

Abstract

Ispirata dagli eventi globali che hanno toccato il mondo durante l'ultimo anno, questa tesi rappresenta un percorso di riflessione sulla pandemia da Coronavirus, e sul possibile significato storico che reca con sé. Si parte da una mappa cronologica dei più significativi vertici, accordi e dichiarazioni, che hanno reso possibile l'integrazione della questione ambientale nelle politiche comunitarie : un percorso problematico, per l'incongruenza di tali politiche con gli interessi della competizione di mercato. Toccando temi come la produzione, i consumi e la cultura stessa, l'implementazione delle politiche ambientali non incontra frontiere né tra paesi né a livello competenziale. I rischi da essa evidenziati sono di natura globalizzata e non più gestibili nel campo dello Stato Nazione. Proprio nell'ambito di questi rischi si inscerisce la crisi pandemica. La sempre più accentuata manomissione, da parte dell'uomo, degli habitat naturali, ha reso oggi necessaria, e non più opzionale, la complessa opera di sradicamento di un vecchio assetto, che affonda le sue radici nella sacralità del progresso e dell'industrializzazione. Le trasformazioni politiche degli anni 2020-2021, come esaminato negli esempi di Italia e Stati Uniti, hanno evidenziato una rottura con il recente passato e un alto grado di conflittualità interna, con una radicale riconsiderazione del valore di sostenibilità. Il Coronavirus, prostrando le economie del mondo, ha evidenziato i difetti sistemici di una struttura politico-sociale che, ormai disconnessa dall'ecosistema nel quale si inserisce, non presenta il connotato di resilienza. La sostenibilità ambientale e il correlato tema del benessere pubblico potrebbero dunque rappresentare un fondamentale collante tra Europa e Stati Uniti d'America, trainando l'Occidente verso una transizione in cui il ruolo dello Stato viene rafforzato non più nella sua individualità predatoria, ma in una dimensione di cooperazione internazionale.

Inspired by the global events touched the world during the last year, this thesis represents a path of reflection on the Coronavirus pandemic, and on the possible historical significance it brings. I start from a chronological map of the most significant summits, agreements and declarations, which integrated the environmental question into Community policies: a problematic path, due to the incongruity of these policies with the interests of market competition. Causing issues such as production, consumption and culture itself, the implementation of environmental policies does not meet borders either between countries or at a competitive level. The risks it highlights are globalized and no longer manageable in the field of the Nation State. The pandemic crisis arises precisely in the context of these risks. The increasingly accentuated tampering, by man, with natural habitats has made the complex work of uprooting an old structure, which has its roots in the sacredness of progress and industrialization, necessary today, and no longer optional. The political transformations of the years 2020-2021, as examined in the examples of Italy and the United States, highlighted a break with the recent past and a high degree of internal conflict, with a radical reconsideration of the value of sustainability. The Coronavirus, by prostrating the economies of the world, has highlighted the systemic defects of a political-social structure which, now disconnected from the ecosystem in which it is inserted, does not present the connotation of resilience. Environmental sustainability and the related issue of public well-being could therefore represent a fundamental glue between Europe and the United States of America, driving the West towards a transition in which the role of the State is no longer strengthened in its predatory individuality, but in a international cooperation dimension.