La detenzione femminile
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Author
Tubino, Chiara <2001>
Date
2025-10-16Data available
2025-10-23Abstract
Il presente studio analizza la condizione giuridica della donna detenuta, mettendo in luce le peculiarità e le criticità di un sistema penitenziario storicamente modellato sulla figura maschile. L'indagine si fonda su un approccio integrato, che combina l'analisi del quadro normativo e giurisprudenziale interno con gli standard internazionali e sovranazionali in materia di diritti umani. È emersa la tendenza a ridurre la tutela delle detenute alla sola dimensioni della maternità, trascurando la pluralità dei bisogni legati alla salute, alla sfera psicologica e affettiva, alle relazioni familiari e sociali. Tale impostazione parziale si traduce in un sistema incapace di garantire pienamente il principio di uguaglianza sostanziale sancito dall'art. 3 Cost. e il finalismo rieducativo della pena (art. 27, co. 3 Cost.). A ciò si aggiungono criticità strutturali, come la scarsità di istituti penitenziari femminili e la conseguente violazione del principio di territorialità, il quale ostacola il mantenimento dei legami affettivi. Pur a fronte di riforme innovative, come gli ICAM, la detenzione domiciliare speciale e i diversi interventi legislativi, il sistema penitenziario italiano continua a riflettere limiti culturali e normativi che impediscono la piena valorizzazione della dignità e dei diritti delle donne ristrette. La ricerca propone dunque un ripensamento in chiave di genere della disciplina detentiva, capace di superare modelli stereotipati e di adottare un approccio olistico che includa dimensioni sanitarie psicologiche, sociali ed educative. L'obiettivo è promuovere un sistema penitenziario che concili esigenze di sicurezza con il rispetto della persona detenuta, favorendo percorsi di reinserimento sociale e riducendo fenomeni di marginalizzazione e recidiva. This study examines the legal condition of incarcerated women, highlighting the specificities and critical issues of a prison system historically shaped around the male model. The analysis adopts an integrated approach, combining the examination of domestic law and constitutional case law with international and supranational human rights standards (ECHR, European Prison Rules, Bangkok Rules).
The research reveals a persistent tendency to reduce the protection of female inmates to the sole dimension of motherhood, neglecting the plurality of needs related to health, psychology, affectivity, and family and social relationships. Such a partial and stereotyped framework results in a system unable to fully guarantee the principle of substantive equality enshrined in art. 3 of the Italian Constitution and the rehabilitative purpose of punishment under art. 27, co. 3. Structural shortcomings, such as the scarcity of female-only institutions and the violation of the principle of territoriality, further hinder the preservation of family and emotional ties, considered essential for rehabilitation.
Despite some innovative reforms—such as ICAMs (Institutes for Custody of Mothers), special home detention, and recent legislative developments—the Italian penitentiary system still reflects cultural and normative limitations that prevent the full recognition of women’s dignity and rights. The study therefore calls for a gender-sensitive rethinking of prison regulations, aimed at overcoming reductive models and promoting a holistic approach that addresses health, psychological, social, and educational dimensions.
The ultimate goal is to foster a penitentiary system capable of reconciling security needs with the respect of human dignity, supporting effective reintegration pathways and reducing both marginalization and recidivism.
Type
info:eu-repo/semantics/masterThesisCollections
- Laurea Magistrale [6441]