Avvocatura e IA generativa: applicazioni pratiche e problemi deontologici

Abstract

Il lavoro esamina in modo sistematico l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sulla professione forense, articolando il discorso tra inquadramento teorico, usi operativi e ricadute etico-deontologiche. Dopo aver definito IA e LLM e distinto tra approcci “forte” e “debole”, il lavoro mappa le principali applicazioni: redazione assistita di atti e contratti, ricerca giurisprudenziale e dottrinale, interazione con il cliente e strumenti predittivi a supporto della strategia difensiva. Queste soluzioni promettono efficienza, qualità linguistica e riduzione dei costi, ma sollevano criticità rilevanti: allucinazioni, opacità algoritmica, rischio di esercizio abusivo della professione ediligencei conflitti di interesse lungo la filiera tecnologica.

Viene approffondita la tutela della riservatezza e segreto professionale (art. 13 CDF): l’uso di sistemi generativi implica flussi di dati non sempre trasparenti (conservazione, telemetrie, addestramento, sub-fornitura), che impongono mappatura dei trattamenti, due diligence sui fornitori, opzioni “no training on your data” e ambienti isolati.

Sul piano normativo, l’AI Act UE considera “ad alto rischio” solo i sistemi usati da o per conto dell’autorità giudiziaria, mentre il DDL italiano n. 1146/2024 limita l’IA, nelle professioni intellettuali, a funzioni strumentali, impone trasparenza verso i clienti e riserva al magistrato ogni attività valutativa e decisoria; si richiamano inoltre gli obblighi di competenza tecnologica e supervisione dell’ABA Formal Opinion 512 (luglio 2024).

The work systematically examines the impact of generative artificial intelligence on the legal profession, structuring the discussion among theoretical framing, operational uses, and ethical-deontological implications. After defining AI and LLMs and distinguishing between “strong” and “weak” approaches, the work maps the main applications: assisted drafting of pleadings and contracts, case law and doctrinal research, client interaction, and predictive tools supporting defense strategies. These solutions promise efficiency, linguistic quality, and cost reduction, but raise significant concerns: hallucinations, algorithmic opacity, the risk of unauthorized practice of law, and conflicts of interest along the technological supply chain.

Confidentiality and professional secrecy (art. 13 Code of Conduct) are explored in depth: the use of generative systems involves data flows that are not always transparent (storage, telemetry, training, subcontracting), which require mapping of processing activities, due diligence on providers, “no training on your data” options, and isolated environments.

At the regulatory level, the EU AI Act considers “high-risk” only those systems used by or on behalf of judicial authorities, while the Italian Draft Law no. 1146/2024 limits AI, in intellectual professions, to instrumental functions, imposes transparency obligations towards clients, and reserves all evaluative and decision-making activities to judges; furthermore, reference is made to the obligations of technological competence and supervision contained in ABA Formal Opinion 512 (July 2024).