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Impatto della malattia renale primaria sugli effetti dell'empagliflozin nei pazienti con malattia renale cronica: analisi secondarie dello studio EMPA-KIDNEY

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tesi33025822.pdf (2.474Mb)
Autore
Forni, Andrea <2000>
Data
2025-06-20
Disponibile dal
2025-06-26
Abstract
Background: La malattia renale cronica (CKD) è una patologia multifattoriale caratterizzata da un progressivo declino della funzione renale, con elevata prevalenza e pesanti conseguenze cardiovascolari e socio-economiche. La principale causa eziologica è dovuta alla nefropatia diabetica, mentre le nefropatie primitive costituiscono una quota epidemiologicamente minore, ma il loro impatto clinico e sui costi sanitari è assolutamente rilevante. Gli inibitori di SGLT2, originariamente sviluppati come antidiabetici, hanno dimostrato effetti pleiotropici di nefro- e cardioprotezione. Obiettivo: Il presente lavoro esplora, attraverso un’analisi secondaria dello studio EMPA-KIDNEY, se l’efficacia di empagliflozin nel rallentare la progressione della CKD sia influenzata dall’eziologia primaria della malattia renale. Metodi: Lo studio EMPA-KIDNEY è stato un trial internazionale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, su 6.609 pazienti con CKD a vari stadi ed eziologie primarie (inclusi diabete, glomerulonefriti primitive, nefropatie tubulo-interstiziali, altre). L’endpoint primario combinava progressione verso malattia renale terminale o morte cardiovascolare. Le analisi secondarie hanno valutato hazard ratio (HR), pendenze croniche di GFR, variazioni di UACR e pressione arteriosa sistolica (SBP), stratificate per eziologia renale. Risultati: Rispetto al placebo, empagliflozin ha ridotto il rischio di progressione renale del 29% (HR 0,71; IC 95%: 0,62–0,81) con effetti omogenei tra le quattro principali eziologie primarie. Le pendenze croniche del GFR sono migliorate in misura relativa del 50% (IC 95%: –42, –58), indipendentemente dall’eziologia, mentre si sono osservate riduzioni proporzionali dell’UACR e della SBP, più marcate nei soggetti con nefropatia diabetica (p=0,05 e p=0,02). Conclusioni: Empagliflozin dimostra un’efficacia costante nel rallentare la progressione della CKD a prescindere dall’eziologia renale primaria, confermando il suo ruolo estes
 
Background: Chronic kidney disease (CKD) is a multifactorial condition characterized by a progressive decline in renal function, with high prevalence and significant cardiovascular and socio-economic consequences. Diabetic nephropathy represents the main etiological cause, while primary kidney diseases account for a smaller epidemiological share yet bear a notable clinical and healthcare cost impact. Sodium–glucose cotransporter 2 (SGLT2) inhibitors, originally developed as antihyperglycemic agents, have demonstrated pleiotropic nephro- and cardioprotective effects. Objective: This study investigates, through a secondary analysis of the EMPA-KIDNEY trial, whether the efficacy of empagliflozin in slowing CKD progression is influenced by the primary etiology of kidney disease. Methods: EMPA-KIDNEY was an international, randomized, double-blind, placebo-controlled trial enrolling 6,609 patients with CKD at various stages and primary etiologies (including diabetic nephropathy, primary glomerulonephritides, tubulointerstitial nephropathies, and others). The primary endpoint combined progression to end-stage kidney disease or cardiovascular death. Secondary analyses assessed hazard ratios (HRs), chronic slopes of glomerular filtration rate (GFR), changes in urinary albumin-to-creatinine ratio (UACR), and systolic blood pressure (SBP), stratified by kidney disease etiology. Results: Compared with placebo, empagliflozin reduced the risk of renal disease progression by 29% (HR 0.71; 95% CI: 0.62–0.81) with homogeneous effects across the four main primary etiologies. Relative improvement in chronic GFR slopes was 50% (95% CI: –42 to –58), irrespective of etiology, while proportional reductions in UACR and SBP were observed, being more pronounced in participants with diabetic kidney disease (p = 0.05 and p = 0.02, respectively). Conclusions: Empagliflozin consistently slows CKD progression regardless of primary kidney disease etiology, confirming its therapeutic role beyon
 
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesis
Collezioni
  • Laurea Magistrale [5738]
URI
https://unire.unige.it/handle/123456789/12105
Metadati
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