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dc.contributor.advisorArmani, Samantha <>
dc.contributor.advisorAntoniazzi, Anna <1969>
dc.contributor.authorGianuzzi, Federica <1978>
dc.date.accessioned2024-10-31T15:10:02Z
dc.date.available2024-10-31T15:10:02Z
dc.date.issued2024-10-15
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/9931
dc.description.abstractL’idea di questo lavoro nasce da due grandi passioni: quella per gli albi illustrati e quella per la scuola primaria Garaventa Gallo in cui lavoro da diversi anni. La scuola è ubicata all’interno del centro storico di Genova e accoglie un grande parte di alunni con background migratorio, rendendo cosi necessario un intervento didattico ed educativo particolarmente volto all’accoglienza e all’inclusione. Nella prima parte del mio lavoro ho affrontato l’evoluzione teorica del concetto di intercultura, arrivando a definirne le caratteristiche attuali, sottolineandone il carattere di trasversalità all’interno delle Indicazioni Nazionali e soffermandomi in modo particolare sull’utilizzo delle buone pratiche necessarie nella scuola primaria. Ho affrontato poi il tema degli albi illustrati, soffermandomi sulla loro evoluzione nel corso del tempo e su ciò che li caratterizza rendendoli un potente strumento inclusivo. Seguendo il pensiero di Jella Lepman che considerava gli albi illustrati degli educatori silenziosi, ho approfondito il lavoro della fondazione Ibby esplicitandone le idee e i progetti. La conclusione del mio lavoro vede l’applicazione di quanto precedentemente esplicato in linea teorica, attraverso la progettazione svolta n classe. Utilizzando diversi albi illustrati si è voluto lavorare sul concetto di decentramento e sulla possibilità di cambiare punto di vista favorendo l’empatia e l’apertura nei confronti degli altri.it_IT
dc.description.abstractThe idea for this work stems from two great passions of mine: children’s picture books and the Garaventa Gallo primary school, where I have been working for several years now. The school is located in the historic center of Genoa and welcomes a large number of students with migratory background, which makes it necessary to implement educational interventions particularly aimed at inclusion and acceptance. In the first part of my work, I addressed the theoretical evolution of the concept of interculturalism, defining its current characteristics and emphasizing its transversal nature within the National Guidelines for Education. I paid special attention to the use of best practices in primary education. I then explored the topic of picture books, focusing on their evolution over time and on what makes them a powerful and inclusive tool. Following the ideas of Jella Lepman, who described picture books as silent educators, I delved into the work of the Ibby Foundation, outlining its ideas and projects. The final part of my work involves applying those previously outlined theoretical concepts in a teaching unit carried out in the classroom. Based on a selection of picture books, the aim of the unit was to work on the concept of decentering and the possibility of shifting perspectives, fostering empathy and openness towards others.en_UK
dc.language.isoit
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/closedAccess
dc.titlePonti di carta: l'utilizzo degli albi illustrati per promuovere l'educazione interculturale nella scuola primaria.it_IT
dc.title.alternative"Paper bridges: the use of picturebook to promote intercultural education in primary school".en_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/masterThesis
dc.subject.miurM-PED/03 - DIDATTICA E PEDAGOGIA SPECIALE
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2023/2024
dc.description.corsolaurea9322 - SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA
dc.description.area5 - SCIENZE DELLA FORMAZIONE
dc.description.department100014 - DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE


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