La Pirateria dei Mari. Un'analisi storica e diplomatica.
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Author
Velasco Ruiz, Andrea Valeria <1998>
Date
2024-10-16Data available
2024-10-24Abstract
Questa tesi esplora l'evoluzione storica e diplomatica della pirateria marittima, analizzando le sue origini, la sua rinascita e le implicazioni moderne di questo fenomeno. Inizia con un'analisi della pirateria nelle antiche civiltà mediterranee, come Fenici, Greci ed Etruschi, che praticavano la pirateria come mezzo di sviluppo economico e di sopravvivenza.
Lo studio prosegue esaminando l'evoluzione della pirateria nel XVII secolo, in particolare nei Caraibi, dove le attività dei pirati erano spesso sponsorizzate dagli Stati attraverso lettere di corsa e utilizzate come strumenti nelle lotte di potere coloniali tra le nazioni europee.
La ricerca si sposta poi al XXI secolo, evidenziando la rinascita della pirateria in regioni chiave come la Somalia e il Golfo di Guinea. La pirateria moderna, a differenza di quella storica, è più sofisticata e pericolosa, caratterizzata da sequestri, rapimenti e richieste di riscatto.
La tesi approfondisce i fattori socioeconomici sottostanti che alimentano la pirateria moderna, tra cui la povertà estrema, l'instabilità politica e la debolezza della governance, in particolare negli Stati falliti come la Somalia e in regioni economicamente svantaggiate come il Sud-est asiatico e alcune parti dell'Africa. Vengono analizzate le risposte internazionali, tra cui la cooperazione tra Stati, gli interventi militari e i quadri giuridici, come la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS).
Nonostante questi sforzi, la tesi sostiene che le sole risposte legali e militari siano insufficienti. Si propone un approccio globale che integri lo sviluppo economico, il progresso sociale e il miglioramento della governance nelle regioni colpite dalla pirateria. Affrontando le cause profonde della pirateria, come la disparità economica e la mancanza di opportunità, la comunità internazionale può promuovere soluzioni a lungo termine, garantendo la sicurezza marittima e rotte commerciali globali più sicure. This thesis investigates the historical and diplomatic evolution of maritime piracy, exploring its origins, resurgence, and the modern implications of this phenomenon. It begins with an analysis of piracy in ancient Mediterranean civilizations, such as the Phoenicians, Greeks, and Etruscans, who engaged in piracy as a means of economic development and survival.
The study continues by examining piracy’s evolution during the 17th century, particularly in the Caribbean, where pirate activities were often state-sponsored through letters of marque and were used as tools in colonial power struggles among European nations.
The research shifts to the 21st century, highlighting the resurgence of piracy in key regions such as Somalia and the Gulf of Guinea. Modern piracy, unlike its historical counterpart, is more sophisticated and dangerous, characterized by hijacking, kidnapping, and ransom demands.
The thesis delves into the underlying socioeconomic factors that drive modern piracy, including extreme poverty, political instability, and weak governance, particularly in failed states like Somalia and economically struggling regions such as Southeast Asia and parts of Africa.
International responses, including cooperation between states, military interventions, and legal frameworks, such as the United Nations Convention on the Law of the Sea (UNCLOS), are critically analyzed. Despite these efforts, the thesis argues that legal and military responses alone are insufficient. It advocates for a comprehensive approach that integrates economic development, social progress, and improved governance in piracy-prone regions.
By addressing the root causes of piracy, such as economic disparity and lack of opportunity, the international community can foster long-term solutions, ensuring maritime security and safer global trade routes.
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesisCollections
- Laurea Triennale [2475]