Antropomorfismo cognitivo dei social robots.
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Author
Picchiarelli, Asja <2000>
Date
2024-10-11Data available
2024-10-17Abstract
Nell’era dell’industria 4.0, definita anche “la nuova era delle macchine”, la collaborazione uomo-robot è al centro dell’attenzione della ricerca e della società in senso lato. Ne consegue la necessità di comprendere la relazione tra gli esseri umani e questi nuovi agenti tecnologici. In tal senso, l’antropomorfismo è quel fenomeno che ci permette di comprendere come gli esseri umani concepiscono e percepiscono i robot sociali. L’antropomorfismo consiste nell’attribuzione ad esseri od oggetti non umani, siano essi reali o immaginari, di proprietà, caratteristiche o stati mentali analoghi a quelli umani (Epley et al., 2007). Tuttavia, per approfondire la percezione dei robot a livello cognitivo, è necessario un cambio di prospettiva: passare dall'antropomorfismo come "contenuto" all'antropomorfismo come "processo"; da qui il concetto di "antropomorfismo cognitivo" elaborato da Sacino et al. (2022).
La nostra ricerca, attraverso uno studio sperimentale, ha come obiettivo quello di approfondire la conoscenza riguardo ai processi di elaborazione cognitiva che riguardano l’antropomorfismo del volto dei robot sociali. In particolare, il nostro obiettivo era quello di approfondire il ruolo della categorizzazione sociale nel modulare questo processo. Nello specifico, viene indagato se riducendo la rilevanza della categoria sociale tra volti umani e robot, in un compito di riconoscimento visivo - rendendo i/le partecipanti inconsapevoli della natura degli stimoli a cui sarebbero stati esposti (robot vs. esseri umani) - vi fossero delle conseguenze sull’elaborazione cognitiva degli stimoli a favore di una maggiore probabilità per i robot altamente umanoidi di essere elaborati come stimoli umani, e quindi cognitivamente antropomorfizzati. I risultati, a supporto della nostra ipotesi iniziale, confermano il ruolo della categorizzazione sociale nel modulare l’attivazione dell’antropomorfismo cognitivo, indicandola come un fattore cruciale nel determinare tale processo. In the era of Industry 4.0, also referred to as "the new era of machines," human-robot collaboration is at the forefront of research and society at large. This highlights the need to understand the relationship between humans and these new technological agents. In this context, anthropomorphism is the phenomenon that allows us to grasp how humans perceive and conceptualize social robots. Anthropomorphism involves attributing human-like properties, characteristics, or mental states to non-human entities, whether real or imaginary (Epley et al., 2007). However, to gain a deeper understanding of how robots are perceived at a cognitive level, a shift in perspective is necessary: moving from viewing anthropomorphism as "content" to understanding it as a "process"; hence the concept of "cognitive anthropomorphism" developed by Sacino et al. (2022).
Our research, through an experimental study, aims to deepen the understanding of the cognitive processing involved in the anthropomorphism of social robot faces. Specifically, our goal was to explore the role of social categorization in modulating this process. More precisely, we investigated whether reducing the relevance of the social category between human and robot faces in a visual recognition task—by making participants unaware of the nature of the stimuli they would be exposed to (robots vs. humans)—would have consequences on cognitive processing, increasing the likelihood that highly humanoid robots would be processed as human stimuli, and thus cognitively anthropomorphized. The results, supporting our initial hypothesis, confirm the role of social categorization in modulating the activation of cognitive anthropomorphism, identifying it as a crucial factor in determining this process.
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesisCollections
- Laurea Triennale [2445]