La deterrenza nucleare: una strategia (dis)funzionale?
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Author
Mosetti, Alessia <2002>
Date
2024-07-11Data available
2024-07-18Abstract
Durante la Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti realizzarono la bomba atomica, che sganciarono nei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki (1945). In seguito, altre potenze mondiali hanno voluto dotarsi di questo strumento, prima tra tutte l’Unione Sovietica. La Guerra Fredda ha provocato un bipolarismo nelle relazioni internazionali tra capitalismo e comunismo, caratterizzato da una corsa agli armamenti per dotarsi di armi nucleari, funzionali a dimostrare la superiorità di una delle due parti sull’altra. La paura che si verificasse nuovamente la vicenda giapponese ha portato all’implemento di una nuova strategia difensiva: la deterrenza nucleare, applicata ancora oggi. Il presente studio analizza i fattori favorevoli e contrari a tale dottrina strategica, ponendosi come obiettivo la comprensione di quanto questa sia funzionale – o meno – a mantenere la pace tra stati. L’efficacia della deterrenza viene valutata attraverso un’analisi del contesto storico della nuclear strategy ed esaminando le prospettive suggerite dagli esperti di dottrina nucleare. Lo studio prevede inoltre un approfondimento su coloro che nel tempo hanno manifestato contro le armi nucleari, dai sopravvissuti in Giappone ai più attuali movimenti pacifisti, portando le Nazioni Unite a stipulare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Siffatta ricerca, in accordo con quanto professato dai critici della deterrenza, evidenzia come tale strategia non sia effettivamente funzionale, contraddicendo le convinzioni delle attuali potenze nucleari; infine, riconosce come un’eguale, se non maggiore, sicurezza internazionale possa essere garantita tramite la completa rimozione delle armi nucleari. During the Second World War, the United States created the atomic bomb, which they dropped in the bombings of Hiroshima and Nagasaki (1945). Later, other states wanted to equip themselves with this instrument; the first one was the Soviet Union. The Cold War had provoked a bipolarism in international relations between Capitalism and Communism, characterized by a nuclear arms race to demonstrate one power’s superiority over the other. The fear of repeating the Japanese events led to the implementation of a new defensive strategy: nuclear deterrence, still applied nowadays. This study analyses arguments in favour and against this strategic doctrine, towards the comprehension of its functionality – or not – in maintaining peace among states. The effectiveness of deterrence is evaluated through an analysis of the historical context of the nuclear strategy, and the examination of different nuclear doctrine experts’ perspectives. In addition, the study foresees a focus on those who have manifested against nuclear weapons with the passing of time, since the Japanese survivors to the current pacifist movements, which have led the United Nations to stipulate the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons (TPNW). According to the critics of deterrence, this research underlines how this strategy is not effectively functional, contradicting the beliefs of current nuclear powers. Finally, it recognises that equal, if not greater, international security can be ensured through the complete removal of nuclear weapons.
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesisCollections
- Laurea Triennale [1925]