Pedagogia e Devianza. Il ruolo dell'educatore in comunità 0-6

Abstract

La mia tesi nasce dalla necessità di comprendere in maniera più approfondita le dinamiche socio emotive presenti nel contesto professionale in cui opero: la Comunità educativa per minori da 0 a 6 anni. In particolare, sono interessata ad indagare il ruolo attivo che l’educatore può ricoprire all’interno del percorso educativo e ri-educativo del minore che si trova accolto presso una Comunità residenziale. È proprio il minore, il vero soggetto da cui parte e viene orientato il mio pensiero pedagogico e di ricerca: all’interno della Comunità residenziale, spesso, l’educatore è messo a dura prova nel prioritario obiettivo di prendersi cura del bambino e di fornirgli una nuova immagine di sé, garantendogli un progetto di vita lontano da esperienze devianti. Tra i prioritari diritti fondamentali del bambino è presente quello di crescere ed essere educato nell'ambito della propria famiglia, ai sensi dell’art. 1 della L. 184/1983, e con successiva L. 149/2001. Solo in casi particolari, quando la famiglia del bambino non risulti in grado di assicurare un adeguato sviluppo emotivo, sociale e culturale, o rinunci temporaneamente alla sua cura, è disposto un percorso di accoglienza etero-familiare. Come chiaramente descritto nella relazione sullo stato di attuazione della legge recante modifiche alla disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori, (2018) le Comunità educative di accoglienza per bambini da zero a sei anni di età, rientrano tra i servizi che la Regione Liguria riconosce nel sistema socioeducativo di promozione, prevenzione e tutela per bambini e adolescenti (DGR 27 marzo 2915, n. 535). Esse possono essere annoverate tra gli strumenti di protezione e prevenzione nei confronti di nuclei famigliari in situazione di vulnerabilità e hanno il fine ultimo di generare una risposta familiare qualitativamente superiore e una risposta sociale ai bisogni di crescita dei bambini, prevenendo così le diverse e pervasive forme di maltrattamento e trascuratezza.

My thesis was born from the need to understand in a more in-depth way the socio-emotional dynamics present in the professional context in which I work: the educational community for minors from 0 to 6 years old. In particular, I am interested in investigating the active role that the educator can play within the educational and re-educational path of the minor who finds himself welcomed in a residential community. It is precisely the minor, the true subject from which my pedagogical and research thinking starts and is oriented: within the residential community, the educator is often put to the test in the priority objective of taking care of the child and providing him a new image of himself, guaranteeing him a life project far from deviant experiences. Among the priority fundamental rights of the child is that of growing up and being educated within his own family, pursuant to art. 1 of Law 184/1983, and with subsequent Law 149/2001. Only in particular cases, when the child's family is unable to ensure adequate emotional, social and cultural development, or temporarily renounces his care, is an alternative care program arranged. As clearly described in the report on the state of implementation of the law containing changes to the regulation of the adoption and foster care of minors, (2018) the educational reception communities for children from zero to six years of age are among the services that the Region Liguria recognizes the promotion, prevention and protection of children and adolescents in the socio-educational system (DGR 27 March 2915, n. 535). They can be included among the protection and prevention tools for families in vulnerable situations and have the ultimate aim of generating a qualitatively superior family response and a social response to the growth needs of children, thus preventing the different and pervasive forms of mistreatment and neglect.