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dc.contributor.advisorAveto, Andrea <1977>
dc.contributor.advisorPesce, Veronica <1979>
dc.contributor.authorCanepa, Greta <1995>
dc.date.accessioned2024-03-21T15:24:24Z
dc.date.available2024-03-21T15:24:24Z
dc.date.issued2024-03-15
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/7851
dc.description.abstractLa «Rivista Minima», fondata da Antonio Ghislanzoni nel gennaio 1865 fu una delle riviste protagoniste che cooperarono ad estendere e consolidare il fenomeno scapigliato. Il proposito di questa rivista era quello di fare critica semplice e comprensibile, centellinando di tanto in tanto questioni politiche e sociali. Di indirizzo fortemente anticlericale, fu interrotta nel 1866 per poi essere ripresa nel 1871, mantenendo la stessa struttura fino al 1878. Con l’anno successivo, Salvatore Farina subentrò unicamente nella direzione del giornale, che si spense nel giro di pochi anni. La «Rivista Minima» fu in grado di suggerire un recupero sia della nostra tradizione latina, sia di quella milanese, frenando al contempo l’eccesso di imitazione di alcuni autori francesi, lamentandosi inoltre dell’oblio che stava avvolgendo la storia dell’indipendenza italiana ritenendo la corrente verista qualcosa di classicamente equilibrato. Ghislanzoni, Farina, Praga, Tarchetti e Filippi furono i primi protagonisti dell’anno d’esordio della «Rivista Minima» (ora indicizzata per la prima volta in questo elaborato) e furono gli stessi fautori di quell’epoca che riuscì a mettere sotto i riflettori un nuovo codice linguistico, che finalmente ebbe gran voce grazie alla stampa. L’intento era uno solo: dar voce alle grida inascoltate di denuncia. Così, spregiudicatezza e anticonformismo divennero i nuovi codici espressivi con cui stravolgere gli stilemi tradizionali.it_IT
dc.description.abstractThe "Rivista Minima," founded by Antonio Ghislanzoni in January 1865, was one of the leading magazines that contributed to extending and consolidating the Scapigliato phenomenon. The purpose of this magazine was to offer simple and understandable critique, occasionally touching upon political and social issues. Strongly anticlerical in its stance, it was interrupted in 1866 only to be resumed in 1871, maintaining the same structure until 1878. In the following year, Salvatore Farina solely took over the direction of the journal, which faded away within a few years. The "Rivista Minima" was able to suggest a revival both of our Latin tradition and that of Milan, while simultaneously curbing the excessive imitation of certain French authors, also lamenting the oblivion enveloping the history of Italian independence, considering the verist current something classically balanced. Ghislanzoni, Farina, Praga, Tarchetti, and Filippi were the leading figures in the debut year of the "Rivista Minima" (now indexed for the first time in this work) and were the same proponents of that era who managed to put a new linguistic code under the spotlight, which finally found a strong voice through the press. The intent was singular: to give voice to the unheard cries of condemnation. Thus, audacity and nonconformity became the new expressive codes with which to overturn traditional stylistic norms.en_UK
dc.language.isoit
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/closedAccess
dc.titleLa Rivista Minima: gli esordi di una rivista scapigliatait_IT
dc.title.alternative"Rivista Minima": the beginnings of a Scapigliatura magazineen_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/masterThesis
dc.subject.miurL-FIL-LET/11 - LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2022/2023
dc.description.corsolaurea9918 - LETTERATURE MODERNE E SPETTACOLO
dc.description.area4 - LETTERE E FILOSOFIA
dc.description.department100017 - DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA, ROMANISTICA, ANTICHISTICA, ARTI E SPETTACOLO


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