La kafāla ed il suo riconoscimento nell’ordinamento UE ed interno
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Author
Boccardo, Giulia <2001>
Date
2024-02-07Data available
2024-02-15Abstract
Nel diritto islamico, la kafāla è un istituto attraverso il quale un minore (makfūl) viene affidato alla cura di un adulto musulmano (kafīl) che si impegna non solo al suo sostentamento economico ma anche alla sua educazione ed istruzione. La kafāla, che si estende tanto ai minori con un legame di filiazione legalmente riconosciuto, quanto ai minori di filiazione sconosciuta, si costituisce sia mediante un accordo attraverso uno scambio di consensi tra il kafil e la famiglia d’origine del makfūl (kafāla consensuale) sia attraverso sentenza, ossia una dichiarazione resa innanzi a un giudice (kafāla negoziale).
Dallo strumento della kafāla non sorge alcun rapporto di filiazione, cessa con il raggiungimento della maggiore età del fanciullo e non determina diritti ereditari né alcuna aspettativa successoria in capo al makfūl.
Inquadrare la kafāla negli ordinamenti giuridici occidentali appare complesso, sebbene essa veda un pieno riconoscimento nella Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, nella Convenzione dell’Aja sulla protezione dei minori del 1996 e dalle Linee guida delle Nazioni Unite sulla cura alternativa dei bambini e dalla relativa risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2009.
Il problema del valore giuridico da attribuire all’istituto islamico si è posto, soprattutto, in relazione all’adottabilità di minori già sottoposti in kafāla nel Paese di origine ed è stato affrontato in modo diverso nei vari ordinamenti europei.
In Italia, la kafāla ha sollevato una serie di criticità in relazione al bilanciamento tra l’impegno da parte dello Stato italiano di evitare un aggiramento delle norme relative all’immigrazione in tema di sicurezza pubblica e la primaria esigenza di tutela dell’interesse del minore. Al di là della forma con cui la kafāla viene disposta, sarà compito dell’amministrazione e della giurisdizione italiana verificare se in concreto vi siano i presupposti necessari per il suo riconoscimento. In Islamic law, kafāla is an institution through which a minor (makfūl) is entrusted to the care of a Muslim adult (kafīl) who is committed not only to his economic support but also to his education and instruction. The kafāla, which extends both to minors with a legally recognized filiation bond and to minors of unknown filiation, is established both through an agreement and an exchange of consent between the kafil and the family of origin of the makfūl (consensual kafāla) or through a sentence, a declaration made before a judge (negotiating kafāla).
No filiation relationship arises from the instrument of kafāla, it ceases when the child reaches the age of majority and does not determine hereditary rights or any expectation of succession for the makfūl.
Placing kafāla in Western legal systems appears complex, although it sees full recognition in the Convention on the Rights of the Child of 20 November 1989, in the Hague Convention on the Protection of Minors of 1996 and in the United Nations Guidelines on Alternative Child Care and the relevant resolution of the United Nations General Assembly of 2009.
The problem of the legal value to be attributed to the Islamic institution has arisen, above all, in relation to the adoptability of minors already subjected to kafāla in the country of origin and has been addressed differently in the various European systems.
In Italy, the kafāla has raised a series of critical issues in relation to the balance between the commitment by the Italian State to avoid circumventing the rules relating to immigration in terms of public safety and the primary need to protect the interests of the minor . Regardless of the form in which the kafāla is arranged, it will be the task of the Italian administration and jurisdiction to verify whether the necessary conditions for its recognition exist in concrete terms.
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesisCollections
- Laurea Triennale [2445]