La rinegoziazione in base al principio di buona fede come strumento di conservazione del contratto a fronte di sopravvenienze

Abstract

Il tema trattato ha riguardo alla possibilità ed ai limiti per le parti del contratto, a fronte del sopravvenire di circostanze esterne, di fatto o di natura giuridica, tali da alterarne significativamente il contenuto rispetto alle originarie previsioni dei contraenti, di intervenire a rinegoziare i termini per porre rimedio a tale squilibrio in un’ottica di conservazione del negozio. Dopo alcune brevi considerazioni circa la teoria della presupposizione, seguita dalla dottrina più risalente, sono stati fatti alcuni cenni all’esperienza internazionale ed europea. Successivamente si sono analizzati i rimedi previsti dal nostro ordinamento a fronte di circostanze sopravvenute che alterano il contenuto originario del contratto, distinguendo tra quelli caducatori -per inadempimento, impossibilità o eccessiva onerosità sopravvenuta- e quelli conservativi, in cui rientra la rinegoziazione. Si è poi esaminata la questione alla luce della Relazione tematica del 2020 della Cassazione, che ha offerto una visione nuova della questione, individuandone il possibile fondamento normativo con riferimento al principio di buona fede in una lettura costituzionalmente orientata fino a riconoscere un vero e proprio obbligo di rinegoziazione per le parti. Proseguendo, sono state trattate alcune tipologie contrattuali per le quali, a fronte di sopravvenienze, l’ordinamento riconosce la possibilità di ricorrere al rimedio conservativo: come il contratto di appalto o di affitto. Infine, si è posta l’attenzione su quegli eventi di portata mondiale –il Covid-19 e la guerra in Ucraina- che hanno turbato l’equilibrio delle reciproche prestazioni, in particolare con riferimento ai contratti di locazione ad uso commerciale, di leasing, di turismo e di fornitura merci.

The essay concerns the possibility and limits for the parties to the contract, in case of external circumstances, of a factual or legal nature, such as to significantly alter its content compared to the original provisions of the contracting parties, to intervene to renegotiate the terms to fix this imbalance with a view to preserving the store. After some brief considerations about the theory of presupposition, followed by the older doctrine, some references to the international and European experience were made. Subsequently, the remedies provided by our legal system in case of circumstances which alter the original content of the contract were analysed, distinguishing between the lapsing ones - due to non-fulfillment, impossibility or excessive onerousness - and the conservative ones, which include renegotiation. The issue was then examined in light of the 2020 Thematic Report of the Supreme Court, which offered a new vision of the issue, identifying its possible regulatory basis with reference to the principle of good faith in a constitutionally oriented reading to the point of recognizing a real obligation of renegotiation for the parties. Continuing, some types of contracts were discussed for which, in case of contingencies, the law recognizes the possibility of resorting to the conservative remedy: such as the procurement or rental contract. Finally, attention was paid to those global events - Covid-19 and the war in Ukraine - which have upset the balance of mutual services, in particular with reference to rental contracts for commercial use, leasing, tourism and goods supply.