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dc.contributor.advisorDominelli, Stefano <1986>
dc.contributor.authorRosso, Vitoria <1997>
dc.date.accessioned2023-07-20T14:28:53Z
dc.date.available2023-07-20T14:28:53Z
dc.date.issued2023-07-13
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/6017
dc.description.abstractLa partecipazione dei minori ai conflitti armati spesso risulta una scelta obbligata da parte di coloro che dovrebbero proteggerli dalle ostilità. Nonostante siano presenti casi di reclutamento volontario, la maggior parte delle volte i minori sono costretti a diventare bambini soldato e a commettere i crimini più orribili. L’Articolo 2, par. 4, della Carta delle Nazioni Unite vieta la minaccia o l’uso della forza (compreso il conflitto armato). Nonostante ciò, il conflitto armato è ancora molto presente, con effetti sia sui rapporti tra gli Stati, sia sugli individui. I combattenti sono membri delle forze armate autorizzati a uccidere altri combattenti. I civili, soprattutto i minori, sono protetti dal diritto internazionale umanitario e non devono essere oggetto di attacchi né prendere parte diretta alle ostilità. In che modo bisogna quindi considerare i bambini soldato? I minori beneficiano della stessa protezione concessa ai civili, ma quando usano armi e partecipano direttamente al conflitto armato, essi stessi diventano combattenti illegittimi; si privano così della protezione dagli attacchi e dello status di prigionieri di guerra e possono persino essere soggetti a procedimenti penali. In ogni caso, data la loro vulnerabilità e la loro età, ai bambini soldato non viene negata tale protezione. L'unico modo, però, per far rispettare tale protezione è quello di punire i responsabili del loro reclutamento e utilizzo nei conflitti armati. A tale proposito, la Corte Penale Internazionale (ICC) riconosce che i bambini continuano ad essere vittime di crimini atroci e usa la sua autorità per giudicare tali individui. I casi contro Taylor (SCSL) e Lubanga (ICC) sottolineano l'importanza della responsabilità penale di questi individui che permettono il coinvolgimento dei minori di diciotto anni nei conflitti armati.it_IT
dc.description.abstractChildren's participation in armed conflict often results from constraining from those who should be protecting them from hostilities. Sometimes children become soldiers voluntarily, although most of the time there are abducted and induced to commit the most horrible crimes. The use or threat of use of force (and armed conflict) is prohibited under Article 2(4) of the UN Charter. However armed conflict is hard to uproot. It affects the relationships between States and it has an impact on people. Combatants are members of the armed forces that are legally authorized to kill other combatants. Civilians, especially children, are protected by international humanitarian law and must not be the object of attack nor take a direct part in the hostilities. How should we then consider child soldiers? Children benefit from the protection granted to civilians, but when they take up arms and directly participate in armed conflict they become unlawful combatants, thus depriving them of protection from attacks, POWs status, and may even be subject to criminal prosecution. However, because of their vulnerability and their age, child soldiers are still granted some protection. The only way to enforce the provisions to protect children in armed conflict is to punish the perpetrators who commit the crimes of recruitment and use of children. On this matter, the International Criminal Court (ICC) recognizes that children continue to be the victims of atrocious crimes and uses its power to prosecute such individuals. The cases of Taylor (SCSL) and Lubanga (ICC) emphasize the importance of holding individuals accountable for the involvement of children below eighteen in armed conflict.en_UK
dc.language.isoen
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/restrictedAccess
dc.titleMinori nei conflitti armati: dalla condotta di guerra, alla protezione dei minori, alla responsabilità penaleit_IT
dc.title.alternativeChildren in Armed Conflict: from the conduct of hostilities, to the protection of children, to criminal liabilityen_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/masterThesis
dc.subject.miurIUS/13 - DIRITTO INTERNAZIONALE
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2022/2023
dc.description.corsolaurea11162 - RELAZIONI INTERNAZIONALI
dc.description.area2 - SCIENZE POLITICHE
dc.description.department100015 - DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E INTERNAZIONALI - DiSPI


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