Le politiche di asilo ed il regolamento Dublino III nella recente giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, con particolare riguardo alle garanzie informative e partecipative della persona richiedente la protezione internazionale

Abstract

Il seguente elaborato, articolato in due capitoli, poggia sulla riflessione concernente l’interpretazione degli articoli 4 e 5 del regolamento Dublino III , poiché né da tale regolamento, ultima revisione di due precedenti, né nel regolamento Eurodac , nelle direttive afferenti alla politica dell’immigrazione e nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea si rinviene ad elementi chiarificatori delle suddette garanzie informative e partecipative della persona che ha presentato la domanda di protezione internazionale sul suolo dell’Unione europea, in relazione al potere di cognizione appartenente all’autorità giudiziaria nell’ambito soprattutto della c. d. procedura di ripresa in carico e del ricorso presentato dalla persona richiedente la protezione internazionale contro l’emissione del provvedimento che dispone il suo trasferimento in direzione di un altro Stato membro designato come competente a prendere in esame la domanda presentata dalla persona. In particolare se la persona richiedente la protezione internazionale può invocare le succitate garanzie, ovvero diritti che da quanto disposto dal regolamento Dublino III ogni Stato membro gli deve riconoscere e quindi garantire nelle relative procedure disciplinate da quest’ultimo, impugnando il provvedimento di trasferimento, comportandone l’annullamento e l’attrazione della competenza in capo allo Stato membro che ha emesso il provvedimento medesimo, qualora rammenti una violazione delle stesse e, in aggiunta, in caso affermativo, quale rilevanza una tale violazione possa comportare. Il focus di quanto detto è stato preso in esame alla luce di plurimi rinvii pregiudiziali emessi dalle Corti italiane, ma non solo, e in particolare dei quesiti recentemente sollevati dal Tribunale di Bologna innanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea, ove nel secondo capitolo si è dato particolare rilievo.

The following paper, divided into two chapters, rests on the reflection concerning the interpretation of Articles 4 and 5 of the Dublin III regulation, since neither from that regulation, the latest revision of two previous ones, nor in the Eurodac regulation, in the directives pertaining to immigration policy and in the jurisprudence of the Court of Justice of the European Union are found to clarify elements of the aforementioned informative and participatory guarantees of the person who has submitted the application for international protection on the soil of the European Union, in relation to the power of cognition belonging to the judicial authority in the context especially of the procedure of taking back and the appeal filed by the person applying for international protection against the issuance of the measure ordering his or her transfer in the direction of another member state designated as competent to consider the application filed by the person. In particular, whether the person seeking international protection can invoke the aforementioned guarantees, that is rights that from the provisions of the Dublin III regulation each member state must recognize and thus guarantee to him or her in the relevant procedures governed by the latter, by challenging the transfer measure, entailing its annulment and the attraction of jurisdiction to the member state that issued the measure, if he or she recalls a violation of them and, in addition, if so, what relevance such a violation may entail. The focus of the foregoing has been examined in light of multiple references for preliminary rulings issued by the Italian Courts, but not only, and in particular the questions recently raised by the Tribunal of Bologna before the Court of Justice of the European Union, where in the second chapter particular emphasis is given.