Il minore e la violenza assistita:l’intervento del servizio sociale
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Author
Raffaele, Floriana <1999>
Date
2023-05-02Data available
2023-05-04Abstract
Il minore storicamente non sempre è stato riconosciuto come soggetto al quale garantire protezione e salvaguardia: la società non è mai stata particolarmente sensibile alle condizioni di vita in cui il minore spesso era costretto a vivere.
Solo con l’arrivo del Novecento la pedagogia, la psicologia e la sociologia cominciarono a porsi il problema dell’infanzia e dei suoi bisogni, e finalmente al bambino furono riconosciuti esigenze e bisogni affettivi e psicologici che fino ad allora non erano stati presi in considerazione.
Nel 1925, nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo, approvata a Ginevra dalla V Assemblea della Società delle Nazioni Unite, fu per la prima volta affermato che i diritti dei minori devono essere tutelati non solo dai genitori, ma da tutta la società, e che:
«1. Il bambino deve essere messo in grado di svilupparsi normalmente, materialmente e spiritualmente.
2. Il bambino che ha fame deve essere nutrito; il bambino malato deve essere curato; il bambino tardivo deve essere stimolato; il fanciullo fuorviato deve essere recuperato; l'orfano e l'abbandonato devono essere raccolti e soccorsi.
3. Il bambino deve essere il primo a ricevere soccorso in caso di necessità.
4. Il bambino deve essere messo in grado di guadagnare la sua vita e deve essere protetto da
ogni sfruttamento.
5. Il bambino deve essere allevato nel sentimento che le sue migliori qualità dovranno essere
poste al servizio dei suoi fratelli.
6. Il bambino ha diritto ad un'istruzione.
7. il bambino ha il diritto di giocare».
Successivamente, con l’istituzione dell’ONU, nel 1959, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotta la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, documento che si propone di mantenere i medesimi intenti previsti nella Dichiarazione di Ginevra, ma invita gli Stati non solo a riconoscere i principi contemplati nella dichiarazione, ma anche ad impegnarsi nella loro applicazione e diffusione. Historically, the minor has not always been recognized as a subject to be guaranteed protection and safeguarding: society has never been particularly sensitive to the living conditions in which the minor was often forced to live.
Only with the arrival of the twentieth century did pedagogy, psychology and sociology begin to address the problem of childhood and its needs, and finally the child was recognized emotional and psychological needs and needs that until then had not been taken into consideration .
In 1925, in the Declaration of the Rights of the Child, approved in Geneva by the Fifth Assembly of the League of United Nations, it was affirmed for the first time that the rights of minors must be protected not only by parents, but by the whole of society, and that:
«1. The child must be enabled to develop normally, materially and spiritually.
2. The child who is hungry must be fed; the sick child must be treated; the late child needs to be stimulated; the misguided child must be recovered; the orphan and the abandoned must be picked up and rescued.
3. The child must be the first to receive help if needed.
4. The child must be enabled to earn his living and must be protected from
any exploitation.
5. The child must be brought up in the feeling that his best qualities should be
placed at the service of his brothers.
6. The child has the right to an education.
7. the child has the right to play».
Subsequently, with the establishment of the UN, in 1959, the General Assembly of the United Nations adopted the Declaration of the Rights of the Child, a document which proposes to maintain the same intentions foreseen in the Geneva Declaration, but invites States not only to recognize the principles contemplated in the declaration, but also to commit to their application and dissemination.
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesisCollections
- Laurea Triennale [2383]