La cooperazione di polizia e giudiziaria nell’Unione Europea

Abstract

L’integrazione europea è il risultato da una parte, dell’esperienza storica del continente nel suo complesso, esperienza quindi intesa come risultato della summa di quelle dei diversi Stati di cui lo stesso è composto, dall’altra, delle idee che nel corso dell’evoluzione del pensiero hanno dato via via forma ad immagini differenti l’una dall’altra, interconnesse però tra loro dal fine condiviso di creare un’unità di intenti che accomunasse tutto il continente europeo. Limitandosi all’esperienza storica, si vedrà presto come il secondo conflitto mondiale si differenzierà significativamente dal Primo in quanto dalle sue macerie non emergerà uno status quo frutto dell’emulazione degli equilibri pre bellici, bensì un nuovo paradigma che dispiegherà i suoi effetti sin dai primi anni del dopoguerra. Lo scoprirà presto il Generale De Gaulle, che, dopo aver guidato la Francia durante tutto il corso della lunga resistenza iniziata con il discorso radiofonico di Londra del 18 giugno del ’40, si persuase di poter riportare il proprio Paese a quella situazione di leadership continentale, che, almeno ai suoi occhi, aveva contraddistinto i governi di Parigi negli anni successivi il Primo conflitto mondiale. Aspirazioni queste frustrate già a partire dall’anno ’47. Come viene infatti sostenuto da parte degli storici del periodo1 , “l’estenuante <guerriglia> diplomatica dei primi governi francesi del dopoguerra nei confronti degli alleati occidentali, tesa a riacquistare le posizioni perdute, indicava che la Francia viveva il secondo dopoguerra con gli stessi sentimenti e risentimenti del primo. Ancora una volta si doveva evitare il risorgere della potenza tedesca e, questa volta, ottenere precise e definitive garanzie”.

European integration is the result, on the one hand, of the historical experience of the continent as a whole, experience thus understood as the result of the sum of those of the various states of which it is composed, on the other, of the ideas that in the course of the course of the evolution of thought have gradually given shape to images different from one another, interconnected interconnected by the shared goal of creating a unity of purpose that would unite the entire European continent. united the entire European continent. Limiting ourselves to historical experience, we will soon see how the Second World War differed significantly from the First in that in that from its rubble did not emerge a status quo resulting from the emulation of pre-war balances, but rather pre-war balances, but rather a new paradigm that will unfold its effects from the early post-war years. early post-war years. This was soon to be discovered by General De Gaulle, who, after leading France throughout the course of the long resistance that began with the radio speech in London on 18 June 1940, persuaded himself that he could bring his country back to that situation of continental leadership, which, at least in his eyes, had characterised the governments in the years following the First World War. These aspirations frustrated as early as 1947. In fact, as argued by historians of the period, 'the exhausting diplomatic <warfare> of the first post-war French governments towards the western allies, aimed at regaining lost positions, indicated that France was living the second post-war period with the same feelings and resentments as the first. Again once again the resurgence of German power had to be avoided and, this time, precise and definitive guarantees had to be obtained'. Precise and definitive guarantees'.