Il vuoto come spazio dell'Eros: l'idea di letteratura in Anne Carson e Stéphane Mallarmé

Abstract

Anne Carson e Stephane Mallarmé si trovano entrambi, in epoche diverse, dinnanzi alla questione del vuoto: essi lo pensano e lo ringraziano come momento di incalcolabile valore. La poesia, per Mallarmé, è gratuita, come lo è per Anne Carson; essa è grazia e spreco di parole allo stesso tempo. Anne Carson, nel suo saggio Economy of the Unlost, cita Mallarmè definendolo il poeta del Nulla, e la sua poesia come uno spazio bianco in cui, alla fine, tutto scompare. Attraverso il silenzio, che esso si trovi sul foglio (silenzio fisico), o dentro alle parole stesse (silenzio metafisico), Anne Carson riflette sul Nulla, quale sostanza invisibile e onnipresente, che si insinua fra le cose, fra le lettere, e fra due innamorati. Il poeta è colui che guarda al Nulla come a un qualcosa che c’è, più che come un qualcosa che non c’è, e che quindi va interrogato, e testimoniato. Egli percepisce una mancanza, dove tutti gli altri vedono pienezza. Mallarmé percepiva costantemente questa mancanza: era affascinato dal vuoto, tanto da ricercarlo fisicamente sulla riga, ma anche dentro ai concetti e alle parole stesse. Attraverso l'analisi tipografica e tematica di alcuni testi poetici di Mallarmè, percepiamo le suggestioni che Anne Carson può aver colto e applicato successivamente in opere come: Antigonick, Autobiography of Red, The Beauty of the Husband, Norma Jeane Baker of Troy e The Albertine Workout, fino al suo più celebre saggio Eros the bittersweet. Il vuoto, la distanza, è ciò che stabilisce le relazioni di attrazione e di mancanza fra due amanti, ma è anche strettamente legato all’attività del conoscere. Sia il desiderio che la conoscenza si protendono verso qualcosa che non c’è, qualcosa di distante, e lo desiderano.

Anne Carson and Stephane Mallarmé both find themselves, in different eras, faced with the question of emptiness: they think of it and thank it as a moment of incalculable value. Poetry, for Mallarmé, has no price, as it is for Anne Carson; poetry is both an act of grace grace and a waste of words. Anne Carson, in the essay Economy of the Unlost, cites Mallarmè calling him the poet of Nothingness, and his poetry as a blank space in which, in the end, everything disappears. Through silence, whether it is found on the blank page (physical silence), or inside the words themselves (metaphysical silence), Anne Carson reflects on Nothing, as an invisible and omnipresent substance, which creeps between things, between letters, and between two lovers. The poet is the one who looks at the Nothing as something that exists, rather than as something that does not exist, therefore it must be questioned and witnessed. He perceives a lack, where all others see fullness. Mallarmé constantly perceived this lack: he was fascinated by emptiness, so much so that he looked for it on the page, but also within the concepts and words themselves. Through the typographic and thematic analysis of some of Mallarmè's poetic texts, we perceive the suggestions that Anne Carson may have grasped and subsequently applied in works such as: Antigonick, Autobiography of Red, The Beauty of the Husband, Norma Jeane Baker of Troy and The Albertine Workout, up to his most famous essay Eros the bittersweet. The emptiness, the distance, is what establishes the relationships of attraction and lack between two lovers, but it is also closely linked to the activity of knowing. Both desire and knowledge reach out for something that is not there, something distant, and desire it.