Sospensione del procedimento con messa alla prova: analisi dell'istituto giuridico e del mandato degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna

Abstract

La sospensione del procedimento con messa alla prova è una misura fortemente dibattuta, la cui introduzione nell’ordinamento giuridico italiano è stata per molti anni attesa. Nonostante siano molte le potenzialità dell’istituto, altrettante sono le anomalie e le criticità che, di anno in anno, sono state oggetto di discussione non solo in dottrina e in giurisprudenza, ma anche all’interno degli uffici di probation, denominati Uffici di Esecuzione Penale Esterna (di seguito U.E.P.E.). Gli U.E.P.E., considerato il carattere innovativo della misura, si sono trovati di fronte ad una vera e propria sfida culturale. Il protagonista dell’istituto è l’indagato o l’imputato, a cui viene data la possibilità di sospendere il processo e di uscire rapidamente dal circuito penale a patto che si adoperi in favore della comunità, tentando di ricucire il legame con la collettività che il reato ha leso. Quali azioni potrebbero essere messe in campo per raggiungere un tale risultato? Le risposte sono contenute nella norma e spaziano dai lavori di pubblica utilità, al volontariato, al risarcimento del danno, fino ad arrivare alla giustizia riparativa e alla mediazione. Qualora l’esecuzione della messa alla prova abbia avuto un esito positivo, l’imputato avrà il privilegio di ottenere l’estinzione del reato, come se il fatto non fosse mai avvenuto. Un’offerta allettante, soprattutto se si considerano i vantaggi per i soggetti incensurati che, per la prima volta, si trovano a fare i conti con la giustizia e con il processo penale. Le criticità analizzate, tuttavia, rivelano una norma dall’impianto strutturale fragile, che comporta il rischio di inapplicabilità di alcuni contenuti fondamentali e caratterizzanti. Il focus sui punti di debolezza dell’istituto è finalizzato a promuoverne il miglioramento per un’applicazione che rispecchi quanto formalmente previsto a livello normativo, evitando di ridurre la misura ad una mera sanzione svuotata di significato.

The suspension of proceedings with probation is a highly debated measure and its introduction into the Italian legal system has been awaited for many years. Although there is a great deal of potential for the institute, there are just as many anomalies and critical issues that, from year to year, have been the subject of discussion not only in doctrine and jurisprudence but also within the probation offices, in Italy called U.E.P.E.. The probation offices, because of the innovative character of the measure, found themselves faced with a real cultural challenge. The protagonist of the institute is the suspect or the defendant, who is allowed to suspend the criminal trial and quickly exit the criminal circuit as long as he works in favor of the community, trying to fix the bond with the community that the crime has damaged. What actions could be put in place to achieve such a result? The answers are contained in the law and range from public utility work, volunteering, compensation for damages, restorative justice, and mediation. If the execution of the probation has been successful, the suspect or the defendant will have the privilege of obtaining the extinction of the crime, as if the fact had never occurred. This is an attractive offer, especially if we consider the advantages for uncensored subjects who, for the first time, find themselves dealing with justice and a criminal trial. The critical issues analyzed, however, reveal a law with a fragile structural structure, which involves the risk of inapplicability of some fundamental and characterizing contents. The focus on the weaknesses of the institute is aimed at promoting its improvement for an application that reflects what is formally provided for at the regulatory level and avoids reducing the measure to a mere sanction devoid of meaning.