L'immunità internazionale delle società di classifica: il caso Rina davanti alla giurisdizione della Corte di Giustizia (C-641/18) e ai giudici nazionali.

Abstract

La tesi verte sulla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea relativa al caso Rina. Il caso ha origine con una richiesta di risarcimento danni intentata da alcuni familiari delle vittime e superstiti del naufragio dell’Al Salam Boccaccio ’98, proposta davanti al Tribunale di Genova e contro il Rina S.p.A. e l’Ente Registro Italiano Navale, società di classificazione e certificazione navale ritenute responsabili dell’evento. Il procedimento principale termina con una domanda di pronuncia pregiudiziale rivolta alla CGUE ai sensi dell’art. 267 TFUE. Alla Corte viene chiesto di pronunciarsi sull’interpretazione degli art. 1, par. 1 e 2, par. 2 del regolamento n. 44/2001 e sulla portata della norma di diritto internazionale consuetudinario sull’immunità giurisdizionale. L'analisi del ragionamento svolto dalla Corte risulta fondamentale per comprendere i motivi della grande risonanza che questa sentenza ha avuto nel panorama europeo ma soprattutto in quello internazionale. I giudici di Lussemburgo hanno infatti “strumentalizzato” il rinvio pregiudiziale per prendere posizione sulla questione piuttosto dibattuta del riconoscimento in capo a società di classificazione e certificazione navale, che agiscono su delega, per conto e nell’interesse di uno Stato delegante, dell’immunità funzionale. Il diniego di tale beneficio in capo alle società Rina lascia emergere l’intento della Corte di contribuire al consolidamento della nuova concezione dell’immunità ristretta, sviluppatasi nella prassi negli ultimi decenni. Un altro importante contributo è stato quello di scoraggiare eventuali future richieste di concessione dell’immunità giurisdizionale da parte di questo tipo di enti, le quali hanno il gravoso effetto di dilungare i tempi del giudizio. Non si può tuttavia non osservare che la motivazione della Corte presenta alcune lacune e alcuni passaggi piuttosto critici, i quali fanno dubitare dell’utilità della sentenza nei confronti del Tribunale di Genova.

The thesis focuses on the ruling of the Court of Justice of the European Union in the Rina case. The case originated with a claim for damages brought by some relatives of the victims and survivors of the shipwreck of the Al Salam Boccaccio '98, brought before the Court of Genoa and against Rina S.p.A. and the Ente Registro Italiano Navale, ship classification and certification companies held responsible for the event. The main proceedings end with a reference to the CJEU for a preliminary ruling under Article 267 TFEU. The Court is asked to give a ruling on the interpretation of Articles 1(1) and 2(2) of Regulation No 44/2001 and on the scope of the rule of customary international law on jurisdictional immunity. The analysis of the Court's reasoning is essential to understand the reasons for the great resonance that this judgment has had not only in the European panorama but also, and above all, in the international one. The judges of Luxembourg have indeed 'exploited' the referral for a preliminary ruling to take a position on the rather debated issue of the recognition of functional immunity for ship classification and certification societies, acting on behalf and in the interest of a delegating State. The denial of this benefit to RINA companies reveals the Court's intention to support the consolidation of the new concept of restricted immunity that has developed in praxis in the past decades. Another important contribution was to discourage any future requests for the granting of jurisdictional immunity by these types of entities, which have the burdensome effect of lengthening the court's time. However, one cannot fail to observe that the Court's reasoning has some gaps and some rather critical sections, which make one doubt the usefulness of the ruling against the Court of Genoa.