Il dosaggio ultrasensibile dell’interferone-α sierico identifica i pazienti affetti da Lupus Eritematoso Sistemico ad esordio giovanile a rischio di riacutizzazione di malattia
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Author
Natoli, Valentina <1991>
Date
2023-01-17Data available
2023-01-26Abstract
Introduzione: Nonostante il ruolo consolidato dell'IFN-α nella fisiopatologia del Lupus Eritematoso Sistemico Giovanile (JSLE), la sua utilità come strumento di monitoraggio dell'attività di malattia non è stata finora esplorata.
Obiettivo: Valutare il ruolo dell'IFN-α sierico come marcatore dell'attività di malattia e predittore di riacutizzazione in pazienti che hanno raggiunto uno stato di bassa attività di malattia (LDAS) o remissione.
Metodi: Sono stati analizzati 291 campioni di siero: 49 controlli sani (HC), 93 pazienti con JSLE e 52 pazienti con artrite idiopatica giovanile (JIA). I livelli di IFN-α sono stati determinati con il Single-molecule array (Simoa). A ogni visita, sono state raccolte le caratteristiche clinico-demografiche e i punteggi standardizzati di attività di malattia, classificando i pazienti come a) in remissione b) LDAS o c) con malattia ad attività intermedia o attiva. I livelli mediani di IFN-α sono stati confrontati tra i diversi gruppi di pazienti e tra pazienti stratificati per attività di malattia, analizzando la relazione tra livelli di IFN-α e il tempo alla riacutizzazione.
Risultati: I livelli mediani di IFN-α erano più elevati nei pazienti con malattia ad attività intermedia o attiva (mediana 3115 fg/mL, IQR 88-13,116) rispetto ai sottogruppi LDAS (563 fg/mL, IQR 62-1,303 fg/mL, p= 0.02) e remissione (11 fg/mL, IQR 0-160, p <0.001). I pazienti in remissione o LDAS con un livello di IFN-α anormale hanno avuto un tempo di riacutizzazione più breve nei sei mesi successivi (p=0.035). Nell’analisi longitudinale, l'IFN-α elevato è stato il più forte predittore di una futura riacutizzazione (p=0.018) ed è stato correlato al tempo alla riacutizzazione nei pazienti in remissione o in LDAS (p=0.045).
Conclusioni: I livelli sierici di IFN-α sono correlati all'attività di malattia nel JSLE e facilitano l'identificazione di un sottogruppo di pazienti in remissione o LDAS che sono a maggior rischio di riacutizzazione. Background: Despite the well-established role of IFN-α in the pathophysiology of Juvenile Systemic Lupus Erythematosus (JSLE), its utility as a tool for monitoring disease activity has not been explored to date.
Objective: To assess the utility of serum IFN-α as a potential marker of disease activity and a predictor of disease flare in patients who have reached a low disease activity state (LDAS) or remission.
Methods: 291 serum samples were analysed from: 49 healthy controls (HC), 95 JSLE and 52 juvenile idiopathic arthritis (JIA) patients. IFN-α levels were determined using the Single-molecule array (Simoa). At each visit, patients were classified as either being in a) remission, b) LDAS, or c) having intermediate or active disease. Clinico-demographic features and standardized activity and damage scores were collected. Median IFN-α levels were compared between patient groups and disease activity state sub-groups. Time to flare was analysed cross-sectionally by linear regression. Longitudinally, the ability of the IFN-α and other biomarkers in detecting a current flare and predicting flare at the following visit were assessed by generalised linear mixed model, and the time-to-flare by Cox model with random effects.
Results: Median IFN-α levels were higher in the combined active/intermediate group (median 3115 fg/mL, IQR 88-13116) as compared to both the LDAS (563 fg/mL, IQR 62-1303 fg/mL, p= 0.02) and remission sub-groups (11 fg/mL, IQR 0-160, p <0.001 cross-sectionally. Cross-sectional patients in remission or LDAS with abnormal IFN-α level had a shorter time to flare over the following six months (p=0.035). Longitudinally, high IFN-α was the strongest predictor of future flare (p=0.018) and was correlated to the time to flare in patients who were in remission or LDAS (p=0.045).
Conclusion: Serum IFN-α levels correlate with JSLE disease activity and facilitate identification of a sub-group of patients in remission or LDAS who are at increased risk of flare