EVOLUZIONE NEL TRATTAMENTO DELLA LEUCEMIA PROMIELOCITICA NELL’ULTIMO TRENTENNIO. DALLA CHEMIOTERAPIA AI PROTOCOLLI CHEMO-FREE.
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Autore
Pestarino, Sara <1990>
Data
2023-01-17Disponibile dal
2023-01-26Abstract
Introduzione: Il trattamento della leucemia acuta promielocitica (APL), raro sottotipo di leucemia mieloide acuta, ha subito una decisiva evoluzione negli ultimi 30 anni, passando da regimi di trattamento basati esclusivamente sulla chemioterapia, a protocolli sempre più chemo-free, grazie all’introduzione dell’acido trans-retinoico (ATRA) e del triossido di arsenico (ATO). Questo è uno studio osservazionale retrospettivo monocentrico che si propone di effettuare una revisione della casistica dei pazienti pediatrici con APL trattati presso il Dipartimento di Emato-Oncologia e Trapianto di Midollo Osseo dell’Istituto G.Gaslini, analizzandone la sopravvivenza e il rischio di ricaduta nel tempo con l’adozione di protocolli successivi di trattamento.
Metodi: Sono inseriti nello studio 30 bambini e adolescenti (età 18 anni) con diagnosi di APL all’esordio o refrattaria/recidivata, in follow-up dal 1974 al 2022, estratti dal database d’Istituto CASIGG. Le curve di sopravvivenza per l’Overall Survival (OS) e l’Event-Free Survival (EFS) sono state valutate globalmente e stratificate secondo categoria di rischio, tipo di protocollo terapeutico ed eventuale trapianto di midollo osseo.
Risultati: OS ed EFS globali a 5 anni sono rispettivamente del 58.4% e del 51.5% ed aumentano progressivamente dai protocolli basati sulla chemioterapia (CT) (36,4% per entrambe), a quelli con ATRA+CT (66.7% e 53.3%), raggiungendo il 100% con l’attuale regime ATO+ATRA. Differenze di sopravvivenza si evidenziano anche per la categoria di rischio, peggiore nei pazienti ad alto rischio.
Conclusioni: I risultati complessivi a lungo termine dei bambini trattati evidenziano un miglioramento della sopravvivenza globale e progressiva dagli anni 70 ad oggi, in linea con i dati pubblicati, e rispecchiano l’evoluzione sull’acquisizione dei meccanismi patogenetici di APL e lo sviluppo delle terapie target differenzianti, che hanno reso questa malattia estremamente letale una condizione altamente curabile. Background: The treatment of acute promyelocytic leukemia (APL), a rare subtype of acute myeloid leukemia (AML), has undergone a decisive evolution over the last 30 years, from exclusively chemotherapy-based treatment regimens to chemo-free protocols, thanks to the introduction of trans-retinoic acid (ATRA) and arsenic trioxide (ATO). This is a single-center retrospective observational study that aims to conduct a case series review of pediatric patients with APL treated at the Department of Hemato-Oncology and Bone Marrow Transplantation of the G.Gaslini Institute, comparing the data obtained with those reported in literature. The primary objective is to assess survival and risk of relapse in our case series, analyzing their evolution over time with the adoption of subsequent treatment protocols.
Methods: Thirty children and adolescents (age 18 years) diagnosed with onset or refractory/recurrent APL were included in the study, from 1974 to 2022, drawn from the CASIGG Institute database. Survival curves for Overall Survival (OS) and Event-Free Survival (EFS) were assessed globally and stratified according to risk category, type of treatment protocol, and eventual bone marrow transplantation.
Results: The overall 5-year OS and EFS are 58.4% and 51.5%, respectively and increase progressively from chemotherapy (CT)-based protocols (36.4% for both), to those based on ATRA+CT (66.7% and 53.3%), to 100% with the current regimen with ATO+ATRA. Differences in survival are also evident according to risk category, with a worse trend in high-risk patients.
Conclusions: The cumulative long-term outcomes of all treated children show an improvement in overall and progressive survival from the 1970s to the present, in line with published data, and reflect the extraordinary evolution on the acquisition of the pathogenic mechanisms underlying APL and the development of differentiating target therapies, which have made this extremely lethal disease a highly treatable condition.