La lotta all'oppressione tra emancipazione e riequilibrio

Abstract

In this thesis I shall investigate some group-based inequalities, such as those based on race and gender. In so doing, I shall propose a conceptual analysis as well as an ethical and practical model for a resolution. In the first chapter, I use the concept of oppression to denote a condition of disadvantage suffered unjustly by a social group - I also argue for an account that can recognize the social salience of such groups as being a product of ideology. In the second chapter, I introduce a definition of discrimination as unjustified differentiation. Against this backdrop, I argue that the notion of justification should be based on social norms that are common beyond group-membership. Even if the concept of discrimination, I claim, enables us to recognize several unjustified harms, it remains necessary to consider the concept of oppression. The concept of oppression gives an insight into systemic injustices that depend on broad social relations, thus I argue for the complementarity of the two concepts. Regarding the attempt to address these inequalities, I present two possible ethical and practical models. The first starts from the recognition of the social categorization of groups to redistribute symbolic and material benefits. I call this approach the 'balance-restoring strategy'. The second model, conversely, aims to prevent the social status of people from being determined by a division into groups, and thus challenges the social salience of the same division. I call this the 'emancipation strategy'. In the third and final chapter, I refer to the affirmative action debate in contemporary normative political theory. By comparing different types of policies, I show that some reflect the balance-restoring strategy and others the emancipation strategy. I argue for an emancipation-based approach to affirmative action.

In questa tesi mi propongo di indagare le disuguaglianze sociali che individuano gruppi contrapposti, come quelle basate su razza e sesso, offrendo sia dei concetti per interpretarle, sia un modello etico e pratico per contrastarle. Nel primo capitolo uso il concetto di oppressione per indicare una condizione di svantaggio subita ingiustamente da un gruppo sociale, e argomento a favore di un approccio che vede la rilevanza sociale di questi gruppi come un prodotto dell’ideologia. Nel secondo capitolo introduco una definizione di discriminazione intesa come differenziazione ingiustificata, e argomento che la nozione di giustificazione si fonda su norme sociali comuni e trasversali ai gruppi. Il concetto di discriminazione permette di riconoscere delle ingiustizie individuali, ma considerare l’oppressione resta necessario per avere un’idea delle ingiustizie sistemiche dipendenti dai rapporti sociali, dunque argomento a favore della complementarietà dei due concetti. Per quanto riguarda il tentativo di affrontare queste disuguaglianze, presento due possibili modelli etici e pratici. Il primo consiste nel riconoscimento della categorizzazione sociale dei gruppi e nell’utilizzo della stessa per ridistribuire benefici simbolici e materiali; chiamo questo approccio “strategia del riequilibrio”. Il secondo approccio invece mira a evitare che la condizione sociale delle persone sia determinata da una divisione in gruppi, e dunque contesta la rilevanza sociale di questa stessa divisione. Chiamo quest’ultima modalità “strategia dell’emancipazione”. Nel terzo e ultimo capitolo parto dall’esempio dell’affirmative action, e confrontando diverse tipologie di queste politiche mostro che alcune rispecchiano la strategia del riequilibrio e altre la strategia dell’emancipazione, e argomento a favore di queste ultime.