Iconografia delle Arti a Genova in età moderna (XVI-XVII secolo)

Abstract

Osservazione preliminare In questo lavoro si è tentato di ricostruire l’arrivo e la fioritura a Genova, in epoca rinascimentale, di un tema iconografico già diffuso in Europa e in Italia a partire dall’Alto Medio Evo, la serie delle sette Arti Liberali. Dopo aver tracciato una breve storia del soggetto, a partire dalle fonti letterarie classiche, tardoantiche e cristiane, per giungere a una breve disamina delle testimonianze figurative, con particolare riguardo a quelle italiane fino al Rinascimento, l’indagine si concentra su Genova nei secoli XVI e XVII, particolarmente significativi per gli alti esiti raggiunti dalla pittura locale. Scopo della ricerca è delineare come e perché gli artisti e i loro consiglieri, nonché la committenza, reinterpretassero un tema ‘antico’ in base ai propri ‘moderni’ codici culturali, sia istituendo un confronto con i repertori iconografici tradizionali, sia, infine, cercando di cogliere la strategia e il significato dell’ordine compositivo di tali raffigurazioni. Introdotto a Genova dal pittore manierista Perin del Vaga, in omaggio all’aggiornata, sagace politica culturale e al mecenatismo di Andrea Doria, artefice dell’Unione, nel Cinquecento il ciclo delle Arti Liberali trova espressione negli affreschi delle ‘regge private’ aristocratiche, per mano di una più giovane generazione di artisti, desiderosi di coniugare i moderni linguaggi pittorici con una filologica riscoperta del mito classico; attitudine, questa, destinata a trasformarsi, alla fine del Cinquecento e ai primi del Seicento, in una rilettura appiattita in chiave moralizzante e controriformistica dell’apparato decorativo cui è connesso il soggetto. Nel Seicento il tema delle Arti Liberali viene interpretato in un’ottica profondamente rinnovata, che raramente guarda al ciclo figurativo nella sua interezza, ma, invece, lo collega al moderno concetto di Arti Figurative. Le testimonianze esaminate riguardano sia affreschi sia i nuovi ‘quadri da stanza’. Esse sottendo

Preliminary observation This work strives to reconstruct the arrival and flourishing in Genoa, during the Renaissance period, of an iconographic theme already widespread in Europe and in Italy since the High Middle Ages – the series of the seven Liberal Arts. After a short history of the subject, starting with classical, late antique, and Christian sources, through to a brief look at figurative examples, particularly from Italy, up to the Renaissance, the research focusses on Genoa in the 16th and 17th centuries, which are of particular interest for the high outcomes then achieved by local painting. This research aims to outline how and why the artists, their advisors, and their clients, reinterpreted an ‘old’ theme on the basis of their ‘modern’ cultural codes, both by drawing comparisons with traditional iconographic repertories, and by trying to capture the strategy and meaning of the compositional order of such depictions. Introduced in Genoa by the mannerist painter Perin del Vaga, as a homage to the updated and astute cultural policy and patronage of Andrea Doria, maker of the Union, in the 16th century the cycle of the Liberal Arts finds expression in the frescos of the aristocratic ‘private palaces’ by the hand of a younger generation of artists, eager to combine the modern pictorial languages with a philological rediscovery of classical mythology; a tendency, this, destined to morph, at the end of the Sixteenth beginning of the Seventeenth century, into a dull rereading, in a moralizing and counter-reformist key, of the decorative apparatus to which the subject is connected. In the 17th century the theme of the Liberal Arts is interpreted from a completely renewed perspective that only rarely looks at the figurative cycle in its entirety, connecting it instead to the modern concept of Figurative Arts. The examples examined are both from frescos and from the new ‘chamber pictures’. They underlie a cultural context full of Baroque ferment: the passage from a