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dc.contributor.advisorBo, Marzia <1982>
dc.contributor.advisorBavestrello, Giorgio <1958>
dc.contributor.authorVeneziano, Francesca Maria <1995>
dc.contributor.otherLaura Castellano
dc.date.accessioned2021-07-22T14:08:09Z
dc.date.available2021-07-22T14:08:09Z
dc.date.issued2021-07-15
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3710
dc.description.abstractLe adesioni al substrato svolgono un ruolo fondamentale negli organismi bentonici garantendo resistenza al moto ondoso ed una base di appoggio per raggiungere dimensioni cospicue. Questo è particolarmente vero per gli antozoi, una classe di cnidari in buona parte accumunati dalla capacità di sviluppare grandi colonie arborescenti adattate ad una vita da filtratori in corrente. Lo sviluppo e la struttura delle adesioni tuttavia sono aspetti complessi da studiare in natura, su colonie adulte, dove le prime fasi di ancoraggio sono mascherate da decenni di modificazioni ed è altresì vero che ottenere ancoraggi a partire da larve è molto difficile. Si può tuttavia sfruttare la capacità, nota in letteratura per un corallo nero, di formare adesioni a partire da ramificazioni laterali che entrano in contatto con una superficie dando vita a modificazioni strutturali paragonabili a quelle di un ancoraggio giovane. Gli obiettivi di questo lavoro, effettuato in collaborazione con l’Acquario di Genova, sono stati quindi quelli di testare la capacità adesiva di 5 differenti specie di antozoi mediterranei (1 esacorallo antipatario, Antipathella subpinnata, e 4 ottocoralli alcionacei, Paramuricea clavata, Eunicella verrucosa, Eunicella cavolinii, Leptogorgia sarmentosa) al fine di valutare la plasticità della struttura scheletrica di antozoi affini e studiare l’evoluzione, la solidità e la morfologia delle adesioni. Infine, è stata valutato anche il ruolo della biomineralogia nell’influenzare la formazione delle adesioni. A questo scopo sono state messe a punto quattro diverse situazioni sperimentali tramite l’utilizzo di pannelli e blocchetti per un monitoraggio fotografico a lungo termine delle specie target. In particolare sono stati presi in considerazione fattori come co-presenza o meno di specie diverse, posizionamento dei frammenti (verticale libero o orizzontale legato), e tipo di substrato (vetro, forex, carbonato, quarzite). Sono stati valutati sia il numero di adesioni pit_IT
dc.description.abstractThe adhesions to the substrate play a fundamental role in benthic organisms guaranteeing resistance to wave motion and a support base to reach conspicuous dimensions. This is particularly true for anthozoans, a class of cnidarians largely accumulated by the ability to develop large tree colonies adapted to a life as filter feeders in current. However, the development and structure of adhesions are complex aspects to be studied in nature, on adult colonies, where the first anchoring phases are masked by decades of modifications and it is also true that obtaining anchors from larvae is very difficult. It is possible to exploit the ability, known in the literature for a black coral, to form adhesions starting from lateral ramifications that come into contact with a surface giving structural changes comparable to those of a young anchor. The objectives of this work, carried out in collaboration with the Aquarium of Genoa, were therefore to test the adhesive capacity of 5 different species of Mediterranean anthozoans (1 antipathetic hexacoral, Antipathella subpinnata, and 4 alcyonacea octocorals, Paramuricea clavata, Eunicella verrucosa, Eunicella cavolinii, Leptogorgia sarmentosa) in order to appreciate the plasticity of the skeletal structure of related anthozoans and to study the evolution, solidity and morphology of the adhesions. Finally, the role of biomineralogy in influencing the formation of adhesions was also evaluated. For this purpose, four different experimental situations have been developed through the use of panels and blocks for long-term photographic monitoring of the target species. In particular, factors such as co-presence or absence of different species, positioning of the fragments (free vertical or horizontal bound), and type of substrate (glass, forex, carbonate, quartzite) were taken into consideration. Both the number of adhesions produced and their growth over time were evaluated, as well as the morphological changes observed, using classicalen_UK
dc.language.isoit
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess
dc.titleL'adesione al substrato negli Antozoi: caratterizzazione morfologica e monitoraggio a lungo termine in condizioni sperimentali.it_IT
dc.title.alternativeThe adhesion to the substrate in Anthozoa: morphological characterization and long term monitoring in experimental conditions.en_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/masterThesis
dc.subject.miurBIO/05 - ZOOLOGIA
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2019/2020
dc.description.corsolaurea10723 - BIOLOGIA ED ECOLOGIA MARINA
dc.description.area7 - SCIENZE MAT.FIS.NAT.
dc.description.department100022 - DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA, DELL'AMBIENTE E DELLA VITA


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