Ossigenazione nel paziente critico e outcome clinico: analisi comparativa tra pazienti affetti da Covid-19 e non affetti da Covid-19.

Abstract

Background Il monitoraggio della PaO2 nel paziente critico ha l’obiettivo di mantenere l’ossigenazione entro valori fisiologici prevenendo i danni ipossici. La letteratura riguardante l’iperossia invece è contraddittoria e non è ben noto se l’esposizione transitoria del paziente critico a PaO2 elevate possa essere dannosa. L’obiettivo di questo lavoro è stato correlare l’esposizione a periodi di ipossia e iperossia di pazienti ricoverati in TI affetti da COVID e non affetti da COVID con l’outcome a distanza di 3 mesi dalla dimissione dalla TI.

Materiali e metodi È stata condotta un’analisi dei pazienti inclusi nello studio Recovery After Intensive Care, suddivisi in pazienti COVID e non-COVID. Sono stati analizzati la PaO2 media e l’esposizione a periodi di ipossia e iperossia durante il ricovero. L’esposizione cumulativa a ipossia e iperossia è stata misurata con l’area sotto la curva. L’outcome dei pazienti è stato valutato a 90 giorni dalla dimissione dalla TI attraverso la Clinical Frailty Scale e il Barthel Index. La scala CFS è stata divisa in due gruppi: CFS≤3 (buona autonomia residua) e CFS>3 (scarsa autonomia residua).

Risultati Sono stati inclusi 51 pazienti affetti da COVID e 30 non affetti. I pazienti COVID presentavano una maggior oscillazione della PaO2 nel tempo e sono risultati più esposti a iperossia e ipossia. L’outcome favorevole valutato con CFS a 90 giorni è risultato associato inversamente con AUCipossia e direttamente con AUCiperossia. Inoltre, la PaO2 media della popolazione COVID con CFS≤3 è risultata più elevata, la AUCiperossia in entrambi i gruppi ha mostrato associazione con CFS≤3 e la AUCipossia correlava con CFS>3 in entrambi i gruppi.

Conclusioni Non abbiamo osservato differenze rilevanti nell’outcome a 90 giorni tra i due gruppi. L’esposizione a ipossia correla con un outcome sfavorevole mentre l’esposizione a iperossia è risultata associata ad outcome migliore.

Background Monitoring of PaO2 in critically ill patient aims to keep oxygenation within physiological values by preventing hypoxic damage. The hyperoxia literature is contradictory and it is not well known whether transient exposure of critically ill patient to elevated PaO2 may be harmful. The objective of this work has been to correlate the exposure to periods of hypoxia and hyperoxia of patients admitted in ICU affected by COVID and not affected by COVID with the outcome 3 months after discharge from ICU.

Materials and methods An analysis of the patients inserted in the Recovery After Intensive Care study was conducted, divided into COVID and non-COVID patients. Average PaO2 and exposure to periods of hypoxia and hyperoxia during hospitalization were analyzed. Cumulative exposure to hypoxia and hyperoxia was measured with the area under the curve. The outcome of the patients was evaluated 90 days after the discharge from ICU through the Clinical Frailty Scale and the Barthel Index. The CFS scale has been divided into two groups: CFS≤3 (good residual autonomy) and CFS>3 (low residual autonomy).

Results 51 COVID patients and 30 unaffected patients were considered. COVID patients had a greater oscillation of PaO2 over time and they were more exposed to hyperoxia and hypoxia. The favorable outcome evaluated with 90-day CFS was inversely associated with AUChypoxia and directly associated with AUChyperoxia. In addition, the average of PaO2 of the COVID population with CFS≤3 was found higher, AUChyperoxia showed association with CFS≤3 in both groups and AUChypoxia was correlated with CFS>3 in both groups.

Conclusions We observed no significant differences in the 90-day outcome between the two groups. Exposure to hypoxia correlates with an adverse outcome while exposure to hyperoxia is associated with better outcome.