Esperienze nocicettive precoci del nato pretermine con alterazioni della connettività cerebrale a riposo (fMRI-resting state): outcome sensoriale a distanza.

Abstract

INTRODUZIONE: Nei neonati pretermine esperienze nocicettive possono alterare la connettività cerebrale, sebbene gli esiti neurologici a lungo termine non sono stati ancora ben indagati in modo prospettico OBIETTIVO: Valutare l'outcome neurologico e psico-sensoriale di ex-pretermine privi di lesioni cerebrali in relazione alla differente esperienza nocicettiva maturata durante il ricovero METODI: nati pretermine dal 1-07-16 al 1-12-17 suddivisi in due gruppi, Less Pain (NICI-LP) e More Pain (NICI-MP) grazie alla scala (NICI,Neonatal Intensive Care Invasiveness) e con RM cerebrale (incluso studio BOLD-fMRI resting state) sono stati valutati a 3 anni di vita mediante scale Griffith. Inoltre, ai genitori è stata poi proposto un questionario per studiare aspetti psico-sensoriali (Child Sensory Profile Questionnaire e Multidimensional Anxiety Scale) RISULTATI: In 43 neonati l'analisi ha rivelato una significativa relazione tra procedure invasive, connettività cerebrale e sviluppo psicomotorio a 3 anni, a sfavore del gruppo NICI-MP (p< 0,05), sebbene tutti i neonati avessero valori di normalità (MP 75.00±19.8; LP 96.34±8.3). Solo 17 coppie di genitori hanno risposto; emerge dai questionari una maggiore facilità di risposta alle stimolazioni sensoriali uditive (p=0,031) e visive (p=0,006) e sorprendentemente minori livelli di ansia al MASC2 che raggiungevano significatività statistica nelle categorie Ossessione e Compulsioni (p=0,026) e Sensazione di Irrequietezza (p=0,019) CONCLUSIONI: pretermine privi di lesioni cerebrali e esposti a esperienze nocicettive più importanti (NICI-MP) pur presentando punteggi normali alle scale Griffith, presentano a 3 anni valori significativamente più bassi che nel gruppo NICI-LP. I primi dati preliminari derivanti dai questionari erogati sembrano indicare alterazioni della processazione sensoriale che appare amplificata nel campo visivo ed uditivo. Più difficile da interpretare la apparente minor inclinazione a sviluppare sintomi di ansia

BACKGROUND: In preterm infants nociceptive experiences can alter brain connectivity, although long-term neurological outcomes are not well investigated AIM OF THE STUDY: Evaluate the neurological and psycho-sensory outcome of ex-preterm infants without brain injuries in relation to the nociceptive experience during hospitalization METHODS: preterm children born from 1-07-16 to 1-12-17 differentiated and divided into two groups, Less Pain (NICI LP) and More Pain (NICI-MP) through the scale (NICI, Neonatal Intensive Care Invasiveness) and with Brain MRI (including BOLD-fMRI resting state) without brain injury from prematurity were assessed at 3 years of life using Griffith scales. Furthermore, a questionnaire was proposed to parents to study psycho-sensory aspects (Child Sensory Profile Questionnaire and Multidimensional Anxiety Scale) RESULTS: In 43 children, the analysis revealed a significant relationship between invasive procedures, brain connectivity and psychomotor development at 3 years, with unfavourable outcomes in the NICI MP group (p <0.001), though all infants had normal values (MP 75.00 ± 19.8; LP 96.34 ± 8.3). Only 17 parents replied; the questionnaires showed a greater level of response to auditory (p = 0.031) and visual (p = 0.006) sensory stimulations and, surprisingly, lower levels of anxiety at MASC2 which reached statistical significance in the Obsession and Compulsions (p = 0.026) and Sensation of Restlessness categories (p = 0.019) CONCLUSIONS: Preterm children, with no brain injuries exposed to more extensive nociceptive experiences (NICI-MP) while presenting normal scores on the Griffith scales, show significantly lower values at 3 years than in the NICI-LP group. The first preliminary data deriving from the questionnaires submitted seem to indicate alterations in the sensory processing which appears amplified in the visual and auditory fields. The apparent lesser inclination to develop anxious symptoms is more difficult to interpret.