Dalla "violenza carnale" al codice rosa: analisi psichiatrico-forense di un campione di donne vittima.

Abstract

The regulatory path that led to the 609 bis law on sexual violence was not linear: in 1996 the legislation was approved after many years of discussion because it was defined as an emergency problem given the increase in aggression and the need for a text that governed the act no longer as a crime against morality and public morality, but as a crime against the person, also including risk categories such as those belonging to psychic inferiority. Currently, in Italian hospitals, special courses are being created for first aid after sexual violence: the Pink Code currently active at the Policlinico San Martino in Genoa has been deepened, one of the first to be created in Italy, as the Ligurian institutions were among the first to implement a law that governs the procedure to be implemented when an attack occurs, as well as to accompany the victim in the physical, mental and social rehabilitation process. The case studies analyzed concern ten cases of women victims of sexual violence, all with psychiatric comorbidities and intellectual disabilities; the documents of the expert assessments were examined for the presence of psychic inferiority, such as to configure a criminally relevant condition pursuant to art. 609 bis of the criminal code. The study shows that data similar to women without these specific comorbidities are extrapolated from the sample of women examined, as regards the dynamics of violence; however, from the literature it appears that victims who have intellectual disabilities present a greater risk of developing psychiatric consequences such as Post Traumatic Stress Disorder. Unfortunately there are no articles in the literature dealing with prevention and treatment policies. This thesis therefore aims to stimulate research in the sector, encouraging the reader to broaden the information we have about such a sensitive topic.

Il percorso normativo che ha portato alla legge 609 bis sulla violenza sessuale non è stato lineare: nel 1996 è stata approvata la normativa dopo molti anni di discussione perché definita come un problema emergenziale visto l’aumento delle aggressioni e la necessità di un testo che disciplinasse l’atto non più come delitto contro il buon costume e la morale pubblica, ma come delitto contro la persona, includendo anche categorie a rischio come quelle appartenenti all’inferiorità psichica. Attualmente, negli ospedali italiani, si stanno creando dei percorsi appositi per il primo soccorso dopo violenza sessuale: si è approfondito il Codice Rosa attualmente attivo al Policlinico San Martino di Genova, uno dei primi ad essere creato in Italia, in quanto le istituzioni liguri sono state tra le prime a realizzare una legge che regolasse la procedura da attuare quando si verifica un’aggressione, nonché per accompagnare la vittima nell’iter di riabilitazione fisica, psichica e sociale. La casistica analizzata riguarda dieci casi di donne vittima di violenza sessuale, la totalità con comorbilità psichiatriche e disabilità intellettiva; sono stati presi in esame i documenti degli accertamenti peritali per la presenza di inferiorità psichica, tale da configurare una condizione penalmente rilevante ai sensi dell’art. 609 bis c.p. Lo studio dimostra che dal campione di donne prese in esame si estrapolano dati simili a donne senza queste specifiche comorbilità, per quanto riguarda le dinamiche della violenza; dalla letteratura emerge però che le vittime che hanno disabilità intellettiva presentano un maggior rischio di sviluppare conseguenze di carattere psichiatrico come il Disturbo da Stress Post Traumatico. Purtroppo non si trovano articoli in letteratura che si occupino delle policies di prevenzione e trattamento. Questa tesi punta quindi a stimolare la ricerca nel settore, incoraggiando il lettore ad ampliare le informazione che abbiamo riguardo a un argomento così delicato.