Rischio ed eventi cardiovascolari nell’ambito di un servizio di cardio-oncologia

Abstract

Introduzione: Sebbene molta attenzione venga data alla tossicità cardiovascolare (CV) dei trattamenti anticancro, i fattori di rischio cardiovascolare (FdRCV) sono spesso trascurati, nonostante siano presagio di un aumentato rischio di eventi CVs, determinando un possibile effetto negativo sulla prognosi complessiva. Metodi: Questo studio monocentrico retrospettivo è stato basato sui dati raccolti dalla documentazione medica dei pazienti visitati nell’Ambulatorio di Cardio-Oncologia dell’IRCCS Ospedale San Martino tra il 1° gennaio 2015 e il 31° dicembre 2016. Le caratteristiche al basale e la sopravvivenza complessiva al follow-up sono stati comparati tra i soggetti con ≤ o >2 FdRCV attraverso il test del chi-quadrato, il T-test o il test di Mann-Whitney, e il metodo Kaplan-Meier, rispettivamente. Risultati: Un totale di 872 pazienti sono stati inclusi nell’analisi. L’età media era 63±15 anni e 376 (43%) pazienti erano uomini. 166 (19%) pazienti avevano >2 FdRCV alla prima valutazione. Paragonati con i soggetti con ≤2 FdRCV, essi erano più anziani (69±9 vs. 62±15 anni, P<0.001) e più spesso maschi (57% vs. 40%, P<0.001); consistentemente, il cancro prostatico era più frequente in questi pazienti (10% vs. 5%, P=0.02). Inoltre, presentavano più comunemente ipertensione (88.6% vs. 33.3%, P<0.001), anamnesi di tabagismo (84.3% vs. 39.4%, P<0.001), e dislipidemia (80.1% vs. 18.1%, P<0.001). Una precedente angioplastica coronarica percutanea transluminale è stata riportata nel 12% vs. 2% dei pazienti (P<0.001) e fibrillazione atriale nel 10.2% vs. 5.4% (P=0.02). La sopravvivenza complessiva è stata più bassa per i pazienti con >2 rispetto a ≤2 FdRCV. Conclusioni: I FdRCV identificano un gruppo di pazienti oncologici ad alto rischio di morte. All’infuori delle spiegazioni, questa scoperta evidenzia l’importanza di valutare a fondo il profilo CV di soggetti con cancro e avanza l’ipotesi che un’ottimizzazione CV possa migliorare la prognosi in questa popolazione.

Introduction: While much attention is given to the cardiovascular (CV) toxicity of anticancer treatments, cardiovascular risk factors (CVRFs) are often overlooked, despite portending an increased risk of CV events and, possibly, negatively affecting overall prognosis. Methods: This single-center retrospective study was based on the data collected from the medical records of patients visited in the Cardio-Oncology Ambulatory of the IRCCS Ospedale Policlinico San Martino between January 1st, 2015 and December 31st, 2016. The characteristics at baseline and the overall survival at follow-up were compared between subjects with ≤ or > 2 CVRFs by means of chi-square test, T-test or Mann-Whitney test, and Kaplan-Meier method, respectively. Results: A total of 872 patients was included in the analysis. Mean age was 63±15 years and 376 (43%) patients were male. 166 (19%) patients had > 2 CVRFs at the first evaluation. Compared with subjects with ≤ 2 CVRFs, they were older (69±9 vs. 62±15 years, P < 0.001) and more often male (57% vs. 40%, P < 0.001); consistently, prostate cancer was more frequent in these patients (10% vs. 5%, P = 0.02). They also more commonly had hypertension (88.6% vs. 33.3%, P < 0.001), a history of smoking (84.3% vs. 39.4%, P < 0.001), and dyslipidemia (80.1% vs. 18.1%, P < 0.001). Prior percutaneous transluminal coronary angioplasty was reported in 12% vs. 2% patients (P < 0.001) and atrial fibrillation in 10.2% vs. 5.4% (P = 0.02). Overall survival was lower for patients with > 2 than ≤ 2 CVRFs. Conclusions: CVRFs identify a group of oncological patients at higher risk of death. Regardless of the explanation(s), this finding highlights the importance of thoroughly assessing the CV profile of subjects with cancer and raises the hypothesis that CV optimization may improve outcomes in this population.