Ruolo della tracheotomia nello svezzamento dalla ventilazione meccanica nei pazienti COVID-19

Abstract

La pandemia da COVID-19 ha portato ad un aumento del numero di pazienti critici richiedenti ventilazione meccanica. Un sottogruppo di questi pazienti ha richiesto ventilazione prolungata e si è reso necessario il ricorso alla tracheotomia. L’indagine in oggetto si è svolta presso il reparto di terapia intensiva del Policlinico San Martino di Genova, si tratta di uno studio osservazionale con obiettivo la descrizione del processo di svezzamento dalla ventilazione meccanica di pazienti Covid-19. Durante il periodo marzo-giugno 2020 nel reparto sono stati gestiti 125 pazienti intubati, dei quali 24 sono stati sottoposti a tracheotomia, chirurgica o percutanea. L’età media dei pazienti inclusi nello studio è stata di 62,5 [58,5-69,0] anni, la comorbidità più frequente l’ipertensione arteriosa. La motivazione che più frequentemente ha portato all’esecuzione della tracheotomia è stata l’insufficienza respiratoria (91,7%), la tecnica leggermente più diffusa è stata la percutanea (54,2%) anche se inizialmente si è preferita la tecnica chirurgica. In alcuni casi si sono verificate complicanze durante o dopo la procedura: emorragia (20,8%), trombosi (8,3%), infezione (4,2%). Durante il ricovero sono stati registrati parametri ventilatori per il monitoraggio dello svezzamento in aggiunta a parametri emogasanalitici in diverse giornate 1,7, 15 di ventilazione e il giorno dell’esecuzione della tracheotomia. Rispetto ai sopravvissuti, i pazienti deceduti avevano una degenza pre-terapia intensiva più lunga (6 vs. 2 giorni, p = 0.012). Complessivamente la mortalità nel gruppo dei pazienti tracheotomizzati è risultata del 50%, simile a quella riscontrata nell’altro gruppo di pazienti del reparto (45%). La tracheotomia nel paziente COVID-19 è talvolta richiesta per permettere lo svezzamento dalla ventilazione meccanica ed è associata a sopravvivenze sovrapponibili a quelle dei pazienti non tracheotomizzati.

COVID-19 pandemic led to an increase in the number of critically ill patients requiring mechanical ventilation. A subset of these patients required prolonged ventilation and tracheotomy was necessary. This project was carried out at the intensive care unit of Policlinico San Martino of Genoa, it was an observational study with the aim of describing the weaning process from mechanical ventilation of COVID-19 patients. In the period from March to June 2020, 125 intubated patients were managed in the ward, 24 of whom underwent tracheotomy, surgical or percutaneous. The average age of patients in the study was 62.5 [58.5-69.0] years, while the most frequent comorbidity was arterial hypertension. The motivation that most frequently led to tracheotomy’s execution was respiratory failure (91.7%), the most common technique was percutaneous (54.2%) even if the surgical technique was initially preferred. In some cases, complications occurred during or after the procedure: bleeding (20.8%), thrombosis (8.3%), infection (4.2%). During hospitalization, ventilator parameters were recorded for weaning monitoring in addition to blood gas analysis parameters on days 1,7, 15 of ventilation and on the day of the tracheotomy. Compared to survivors, deceased patients had a longer pre-intensive ICU stay (6 vs. 2 days, p = 0.012). The overall mortality in the group of tracheotomised patients was 50%, similar to the other group of patients in the ward (45%). The tracheotomy in COVID-19 patients is sometimes required to allow weaning from mechanical ventilation and is associated with survival comparable to that of non-tracheotomised patients.