La protesi d'anca CFP. Risultati clinici e radiografici in Follow-up a lungo termine

Abstract

Negli ultimi decenni i numeri di artroplastiche totali dell’ anca (THA) sono aumentati vertiginosamente a livello globale , facendo aumentare contemporaneamente anche il numero di giovani pazienti che richiedono la sostituzione articolare e quindi l’esigenza di impianti protesici che garantiscano alti risultati funzionali. Per raggiungere questo obiettivo, il Prof. Francesco Pipino ha sviluppato il Collum Femoris Preserving (C.F.P., Waldemar Link, Amburgo, Germania),seguendo i principi della chirurgia di risparmio dei tessuti (TSS). La logica alla base di questo tipo di protesi è quella di preservare il collo del femore, rimuovendo solo i tessuti patologici, al fine di ottenere un'integrazione della protesi con l’articolazione e permettere una trasmissione fisiologica dei carichi. In questo studio valutiamo i risultati dello stelo della CFP in un follow-up (FU) a lungo termine, su una coorte di 294 pazienti sottoposti a THA con la CFP presso la nostra clinica. Sono stati inclusi solo i pazienti con artrosi classificata come III-IV secondo i criteri di Kellgrell Lawrence con un FU miinimo di almeno dieci anni. La valutazione clinica (HHS 87,9 +/- 10,5) ha mostrato risultati da buoni a eccellenti, analogamente ai risultati emersi per la CFP in FU precoci e intermedi. La diffusione di steli corti negli ultimi anni è legata alla possibilità di risparmiare Bone Stock metafisario, al fine di rendere la revisione un intervento più semplice sia per il paziente che per il chirurgo, che può decidere di impiantare una protesi standard. Degno di nota sono anche i risultati in termine di stabilità primaria garantiti dalla preservazione del collo femorale. Nella nostra coorte di pazienti, gli esiti degli steli CFP posizionati con un approccio laterale modificato sono buoni, sebbene una pianificazione preoperatoria e una tecnica chirurgica precise siano fondamentali al fine di evitare le complicanze di fratture iatrogene, disallineamento e sovradimensionamento dello stelo.

The number of total hip arthroplasties (THA) has been globally increasing during the past decades, and the number of young patients requiring joint replacement has been rising too. Therefore, the request of hip prosthesis granting high functional outcomes has been growing: following the principles of tissue sparing surgery (TSS), Prof. Francesco Pipino developed the Collum Femoris Preserving (C.F.P., Waldemar Link, Hamburg, Germany). The rationale behind this kind of prosthesis is to spare femoral neck, removing only pathologic tissues, in order to achieve an incorporation of the prosthesis into the joint and not simply a joint substitution, allowing a physiological transmission of the loads to the bone. In this study we evaluate the results of the CFP stem in a long term follow up on a cohort of 294 patients who underwent THA for osteoarthritis with the CFP at our institution. Only patients with an osteoarthritis classified as III-IV according to Kellgrell Lawrence criteria with a minimum of ten years of follow-up (FU) were included. Clinical evaluation (HHS 87,9 +/- 10,5) showed good to excellent results; similar results were reported for CFP in early and mid-term studies. The widespread of short stems in recent years is related to the possibility of sparing methaphyseal bone stock, in order to make the possible revision a simpler task for both the patient and the surgeon with a standard prothesis. Furthermore, retaining the neck gives excellent results in term of primary stability. In our cohort of patients, the outcomes of CFP stems positioned with a lateral modified approach are good, although, a precise preoperative planning and surgical technique are mandatory, in order to avoid the pitfalls of iatrogenic fractures, malalignment and oversizing.