“Il capitale come arma: vulnerabilità sistemiche e risposte strategiche” Lo Strategic Shock Impact Model (SSIM) come strumento di early warning e supporto decisionale.

Abstract

La traiettoria evolutiva del capitalismo contemporaneo ha progressivamente dissolto il rapporto dicotomico e correlazionale originariamente vigente tra sfera economica e quella di potere, attribuendo al capitale, tradizionalmente considerato come risorsa neutra, l’operatività con finalità strategiche. Tale strategia di mobilitazione attribuita al capitale fa sì che esso assuma la valenza di strumento diretto di controllo, coercizione, pressione e resilienza sistemica, in grado, inoltre, di modulare l’ordine vigente a livello internazionale. L’obiettivo dell’elaborato è quello di indagare, in maniera dottrinale, come il capitale venga utilizzato attualmente come strumento di proiezione strategica dai principali poli del contesto globale, permettendo la conseguente contestualizzazione dei relativi meccanismi di funzionamento, strumenti e infrastrutture operative utilizzati/e, e, infine, le conseguenze che esso provoca a livello globale. La sezione iniziale dello sviluppo esplora il contesto storico del processo di “trasformazione” del capitale, evidenziando come la dissoluzione della convertibilità aurea del dollaro (1971) e la successiva architettura di Bretton Woods abbiano conseguentemente sancito la nascita della sovranità monetaria con struttura asimmetrica. Il dollaro statunitense, infatti, venne protratto come valuta di riserva e di regolazione globale, consentendo agli Stati Uniti di massimizzare la proiezione del proprio potere oltre i propri confini. In maniera simultanea, la fine della Guerra Fredda e la successiva liberalizzazione dei mercati hanno accelerato il processo di interdipendenza funzionale-strutturale, nel quale le catene di approvvigionamento globali si sono configurate come vere e proprie architetture di potere diffuso. La valenza strategica delle filiere analizzate nel corso dello sviluppo (tecnologiche, energetiche, logistiche) risiede essenzialmente nella loro natura duplice, ossia: elementi di cooperazione e collaborazione economica e, a

The evolutionary trajectory of contemporary capitalism has progressively dissolved the original dichotomic and correlational relationship between the economic sphere and the sphere of power, assigning to capital—traditionally considered a neutral resource—an operational dimension with strategic purposes. This strategy of mobilization attributed to capital allows it to assume the value of a direct instrument of control, coercion, pressure, and systemic resilience, also being capable of modulating the existing international order. The objective of this research is to investigate, in a doctrinal manner, how capital is currently used as a tool of strategic projection by the main poles of the global context, thereby enabling the consequent contextualization of its operating mechanisms, instruments, and infrastructures, and, finally, the consequences it produces on a global scale. The initial section of the development explores the historical context of the process of “transformation” of capital, highlighting how the dissolution of the dollar’s gold convertibility (1971) and the subsequent Bretton Woods architecture consequently marked the birth of monetary sovereignty with an asymmetric structure. The U.S. dollar, in fact, was projected as the global reserve and settlement currency, allowing the United States to maximize the projection of its power beyond its borders. Simultaneously, the end of the Cold War and the subsequent liberalization of markets accelerated the process of functional-structural interdependence, in which global supply chains came to be configured as genuine architectures of diffused power. The strategic value of the supply chains analyzed throughout this research (technological, energy, and logistical) lies essentially in their dual nature—that is, as elements of economic cooperation and collaboration and, at the same time, as potential instruments of geopolitical coercion—thus granting those who influence the critical productive nodes (and not only