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Ritrattamento con farmaci di II linea dei pazienti con Colangite Biliare Primitiva precedentemente trattati con Acido Obeticolico

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tesi35916901.pdf (1.726Mb)
Author
Cariati, Sara <1991>
Date
2025-11-25
Data available
2025-12-04
Abstract
La colangite biliare primitiva è una malattia autoimmune cronica in cui l’infiammazione dei piccoli dotti biliari porta a un danno epatico progressivo. Nonostante l’acido ursodesossicolico rappresenti il trattamento di prima linea, una quota significativa di pazienti non raggiunge una risposta biochimica adeguata e necessita di terapie aggiuntive. Nel nostro studio abbiamo valutato l’efficacia e la tollerabilità dei principali farmaci di seconda linea disponibili negli ultimi anni — acido obeticolico, Seladelpar ed Elafibranor — in una coorte di pazienti seguiti presso il Policlinico San Martino di Genova. L’analisi ha mostrato come l’acido obeticolico determini un miglioramento iniziale dei parametri colestatici, che tuttavia tende a stabilizzarsi senza una completa normalizzazione. Dopo la sua revoca da parte dell’EMA, i pazienti sono stati avviati a terapia con agonisti PPAR di nuova generazione, con risultati più favorevoli: sia Seladelpar che Elafibranor hanno indotto una riduzione più marcata e stabile dei valori di ALP e GGT, mantenendo un profilo di sicurezza eccellente. Seladelpar ha mostrato una risposta più rapida, mentre Elafibranor si è distinto per un miglioramento più evidente del prurito e della qualità di vita. Nel complesso, i risultati confermano il ruolo crescente dei PPAR agonisti nella gestione dei pazienti con risposta incompleta all’UDCA, delineando una prospettiva terapeutica più efficace, meglio tollerata e orientata non solo ai parametri biochimici, ma anche al benessere complessivo del paziente.
 
Primary biliary cholangitis is a chronic autoimmune liver disease characterized by progressive injury of the small intrahepatic bile ducts. Although ursodeoxycholic acid remains the standard first-line therapy, a substantial proportion of patients shows an incomplete biochemical response and requires second-line treatments. This study assessed the efficacy and safety of the main therapeutic options used in recent years — obeticholic acid, Seladelpar, and Elafibranor — in a cohort of patients followed at the San Martino Hospital in Genoa. Obeticholic acid produced an initial improvement in cholestatic markers, which then tended to plateau without achieving full normalization. Following its withdrawal by the EMA, patients were switched to next-generation PPAR agonists, which showed a more consistent and sustained biochemical benefit. Both Seladelpar and Elafibranor markedly reduced ALP and GGT values while maintaining an excellent safety profile. Seladelpar induced a faster biochemical response, whereas Elafibranor was associated with a more pronounced improvement in pruritus and overall quality of life. Overall, our findings support the emerging role of PPAR agonists as effective and well-tolerated therapeutic options for patients with an incomplete response to UDCA, offering a more comprehensive approach that targets both biochemical control and patient-reported outcomes.
 
Type
info:eu-repo/semantics/doctoralThesis
Collections
  • Scuola di Specializzazione [475]
URI
https://unire.unige.it/handle/123456789/14178
Metadata
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