Alarm fatigue in S.C. Anestesia e Rianimazione : analisi del fenomeno e conseguenze sul personale infermieristico

Abstract

Background L’introduzione massiva di tecnologie di monitoraggio nelle unità di terapia intensiva ha comportato un notevole aumento degli allarmi acustici. Sebbene essenziali per la sicurezza dei pazienti, la loro eccessiva frequenza può provocare Alarm fatigue, un affaticamento psicologico e sensoriale dovuto a numerosi falsi allarmi e desensibilizzazione, con effetti sulla qualità dell’assistenza e sul benessere degli infermieri. Obiettivo Valutare la presenza e l’intensità dell’affaticamento da allarme tra gli infermieri della Struttura Complessa di Rianimazione dell’Azienda Sociosanitaria Ligure 5 e analizzare fattori correlati e possibili conseguenze sulla sicurezza del paziente e sulla qualità della vita professionale. Metodi Studio osservazionale descrittivo trasversale (settembre–ottobre 2025) tramite “Alarm Fatigue Questionnaire – versione italiana” somministrato a 30 infermieri. Il questionario, composto da 13 item su scala Likert, ha valutato frequenza e impatto degli allarmi, stress percepito e comportamenti di desensibilizzazione. Risultati Il livello di Alarm fatigue è risultato medio-basso, con punteggio medio di 18,43 su 52. Il 60% regola sempre le impostazioni degli allarmi secondo le condizioni cliniche; il 47% non reagisce diversamente tra allarmi ad alta o bassa urgenza; il 73% non riduce mai l’attenzione agli allarmi durante gli orari di visita. I dati mostrano buone pratiche di gestione, rischio medio-basso di affaticamento e un moderato rischio di desensibilizzazione, evidente nei turni più impegnativi e negli infermieri con stato emotivo alterato. Conclusioni L'Alarm fatigue è un fenomeno reale ma con livelli contenuti. La regolazione consapevole degli allarmi indica una buona cultura della sicurezza, ma la presenza di comportamenti potenzialmente rischiosi evidenzia la necessità di programmi formativi, linee guida interne e protocolli standardizzati per la gestione degli allarmi, tutelando sicurezza del paziente e benessere professionale.

Background The massive introduction of monitoring technologies in intensive care units has led to a significant increase in acoustic alarms. Although essential for patient safety, their excessive frequency can cause alarm fatigue, a psychological and sensory overload resulting from numerous false alarms and desensitization, with effects on the quality of care and the well-being of nurses. Objective To assess the presence and intensity of alarm fatigue among nurses working in the Intensive Care Unit of the Azienda Sociosanitaria Ligure 5 and to analyze related factors and possible consequences on patient safety and professional quality of life. Methods A descriptive cross-sectional observational study (September–October 2025) was conducted using the “Alarm Fatigue Questionnaire – Italian version,” administered to 30 nurses. The questionnaire, consisting of 13 Likert-scale items, evaluated the frequency and impact of alarms, perceived stress, and desensitization behaviors. Results The level of alarm fatigue was medium-low, with a mean score of 18.43 out of 52. Sixty percent of nurses always adjust alarm settings according to patients’ clinical conditions; 47% do not react differently to high- or low-priority alarms; 73% never reduce their attention to alarms during visiting hours. The data show good alarm-management practices, a medium-low risk of alarm fatigue, and a moderate risk of desensitization, especially during more demanding shifts and among nurses with altered emotional states. Conclusions Alarm fatigue is a real phenomenon, although with contained levels. Conscious adjustment of alarms indicates a good safety culture, but the presence of potentially risky behaviors highlights the need for training programs, internal guidelines, and standardized protocols for alarm management, in order to protect both patient safety and nurses’ professional well-being.