Quando non si può guarire: il fine vita raccontato da medici e infermieri del Reparto di Media Chirurgia dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure

Abstract

La comprensione del processo del morire rappresenta un ambito di ricerca cruciale, in cui si intrecciano dimensioni biologiche, psicologiche, sociali ed etiche. Affrontare il fine vita significa confrontarsi con i limiti della medicina e con la necessità di restituire dignità alla persona nella sua totalità. Negli ultimi decenni, la letteratura ha spostato l’attenzione dall’età cronologica al concetto di Time-to-Death, inteso come il periodo antecedente la morte, utile a comprendere i cambiamenti cognitivi, emotivi e relazionali dell’ultima fase di vita. Tale prospettiva evidenzia come il declino terminale non sia solo un evento biologico, ma un processo psicologico e relazionale. Parallelamente, il contributo di Elisabeth Kübler-Ross ha umanizzato la rappresentazione della morte, descrivendo le fasi emotive del morire e ponendo al centro la relazione di cura. La presente ricerca esplora i vissuti e le rappresentazioni del fine vita da parte dei professionisti sanitari, con l’obiettivo di comprendere come vivano l’incontro con il paziente morente, quali strategie comunicative ed emotive adottino e come il contesto organizzativo influenzi la qualità della relazione di cura. Lo studio, condotto presso il reparto di Media Chirurgia dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure (SV), si basa su interviste semi-strutturate a medici e infermieri, analizzate secondo la Grounded Theory. I risultati evidenziano la complessità emotiva e relazionale del morire in ospedale e la necessità di un approccio empatico, condiviso e interdisciplinare, capace di sostenere sia il paziente che il personale sanitario nel delicato processo del fine vita.

Understanding the process of dying is a crucial field of research where biological, psychological, social, and ethical dimensions converge. Addressing end-of-life issues means facing the limits of medicine and the need to ensure human dignity in its entirety. During the last decades, scientific literature has shifted its focus from chronological age to the concept of Time-to-Death, defined as the period preceding death which is useful to understand the cognitive, emotional, and relational changes that occur in the final stage of life. This perspective highlights how the process of dying is not merely a biological event, but it also has a psychological and relational dimension. In parallel, the work of Elisabeth Kübler-Ross contributed to humanizing the representation of death by describing the emotional stages of dying and placing the care relationship in the middle. This study investigates healthcare professionals’ experiences and representations of end-of-life care, in order to understand how they cope with dying patients, which communicative and emotional strategies they choose, and how the organizational context influences the quality of the care relationship. Conducted in the General Surgery Unit of Santa Corona Hospital in Pietra Ligure (Italy), the research builds on semi-structured interviews with physicians and nurses analyzed through Grounded Theory. This study suggests the emotional and relational complexity of dying in an hospital and enhances the need for an empathetic, shared, and interdisciplinary approach capable of supporting both patients and healthcare staff throughout the delicate end-of-life process.