Dorothea Lange e la fotografia sociale

Abstract

La scelta di dedicare la seguente tesi a Dorothea Lange e alla fotografia sociale nasce dall’intento di indagare come l’immagine fotografica nel corso del Novecento si sia progressivamente trasformata da strumento estetico a mezzo di testimonianza e di impegno civile. Figura centrale di questa evoluzione, Dorothea Lange (1895-1965) fu artista di origine americana che seppe fondere rigore formale e sensibilità umana, sviluppando una poetica dello sguardo fondata sulla partecipazione, empatia e rispetto dei soggetti rappresentati. La tesi si propone di dimostrare come l’opera della fotografa, attiva tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento, non solo abbia ridefinito il linguaggio documentario, ma abbia anche contribuito alla costruzione di una coscienza visiva collettiva, capace di restituire una voce e un volto a una parte della società fino a quel momento invisibile. Articolato in tre capitoli, l’elaborato si sviluppa lungo un percorso che intreccia analisi storica, artistica e sociale. Il primo capitolo è volto a delineare il contesto e l’evoluzione nel tempo della fotografia sociale, sia in America che in Europa, mettendo in luce le figure più significative che contribuirono alla sua definizione e i diversi approcci seguiti. Segue il secondo capitolo, che si concentra sulla figura di Dorothea Lange esplorandone la formazione, il percorso professionale e umano, i principali incarichi e il graduale mutamento di approccio e sensibilità dinanzi agli eventi. Infine, il terzo capitolo approfondisce lo sguardo e l’impegno etico dell’artista attraverso l’analisi di alcune sue opere emblematiche, esaminate dal punto di vista tecnico, artistico e sociale, le quali contribuiscono a delineare la tappe della graduale evoluzione del linguaggio della fotografa, capace di trasformare il documento in narrazione visiva. A tal fine, per la realizzazione del seguente lavoro sono stati consultati cataloghi di mostre, archivi fotografici, testi critici e biografici, oltre a fonti di

The choice to dedicate this thesis to Dorothea Lange and social photography stems from the desire to explore how the photographic image gradually transformed over the course of the twentieth century from an aesthetic instrument to a means of testimony and civic engagement. A central figure in this evolution, Dorothea Lange (1895–1965) was an American artist who combined formal rigor with human sensitivity, developing a poetics of the gaze grounded in participation, empathy, and respect for the subjects represented. This thesis aims to demonstrate how the work of the photographer, active between the 1920s and 1960s, not only redefined documentary language but also contributed to the construction of a collective visual consciousness, capable of restoring a voice and a face to a previously invisible segment of society. Divided into three chapters, the thesis unfolds along a path that intertwines historical, artistic, and social analysis. The first chapter outlines the context and evolution of social photography over time, both in America and Europe, highlighting the most significant figures who contributed to its definition and the various approaches adopted. The second chapter follows, focusing on Dorothea Lange, exploring her education, professional and personal journey, major assignments, and the gradual shift in her approach and sensitivity to events. Finally, the third chapter delves into the artist's perspective and ethical commitment through the analysis of some of her emblematic works, examined from a technical, artistic, and social perspective. These works help delineate the stages in the gradual evolution of the photographer's language, capable of transforming documents into visual narratives. To this end, the following work was conducted using exhibition catalogues, photographic archives, critical and biographical texts, as well as digital and bibliographical sources that allowed for the integration of theoretical reflection with direct image analysis. This