Amministratori indipendenti e propensione al rischio nelle imprese familiari: un'analisi empirica sulle società italiane quotate

Abstract

Le imprese familiari costituiscono una componente strutturale dell’economia in numerosi Paesi, rappresentando una forma d’impresa diffusa e duratura nel tempo. La loro natura peculiare, segnata dalla sovrapposizione tra proprietà e controllo, genera una dinamica unica che influenza profondamente le strategie aziendali, le scelte di governance e la tolleranza al rischio. Uno degli aspetti più rilevanti e dibattuti in letteratura riguarda la propensione al rischio che queste imprese manifestano nelle loro scelte di investimento, espansione e innovazione. In questo contesto, un ruolo sempre più centrale è assunto dagli amministratori indipendenti, ovvero membri del Consiglio di amministrazione privi di legami familiari o di interessi diretti con la proprietà la cui presenza è promossa come strumento per migliorare la trasparenza, favorire il monitoraggio delle decisioni manageriali e ridurre i conflitti di interesse, soprattutto nei contesti caratterizzati da forte concentrazione proprietaria. Se da un lato essi possono incentivare una maggiore apertura verso strategie più aggressive e orientate alla crescita, dall’altro potrebbero anche scoraggiare comportamenti eccessivamente rischiosi al fine di tutelare la sostenibilità aziendale. La presente tesi si propone di analizzare il rapporto tra la presenza di amministratori indipendenti e la propensione al rischio nelle imprese familiari, con l’obiettivo di comprendere se e in che misura la composizione del board possa influenzare le scelte strategiche in termini di rischio. Il lavoro si articola in quattro capitoli principali: il primo approfondisce il concetto di impresa familiare e le sue caratteristiche distintive; il secondo analizza il ruolo della corporate governance e, in particolare, degli amministratori indipendenti; il terzo e il quarto presentano un’analisi empirica su un campione di imprese familiari italiane quotate, utilizzando dati di bilancio e informazioni sulla composizione del Cda riferiti al 2023.

Family businesses are a structural component of the economy in many countries, representing a widespread and enduring form of enterprise. Their unique nature, marked by the overlap between ownership and control, creates a unique dynamic that deeply influences corporate strategies, governance choices, and risk tolerance. One of the most relevant and debated aspects in the literature concerns the risk appetite that these firms demonstrate in their investment, expansion, and innovation decisions. In this context, independent directors—members of the Board of Directors with no family ties or direct interests in ownership—are playing an increasingly central role. Their presence in corporate governance is promoted as a tool to enhance transparency, strengthen oversight of managerial decisions, and reduce conflicts of interest, especially in firms with concentrated ownership structures. On one hand, independent directors may encourage greater openness to aggressive, growth-oriented strategies; on the other, they may act as a prudential force, discouraging excessively risky behavior to safeguard long-term business sustainability. This thesis aims to analyze the relationship between the presence of independent directors and risk appetite in family firms, with the aim of understanding whether, and to what extent, board composition influences strategic decision-making in terms of risk. The thesis is divided into four main chapters: the first explores the concept and distinctive features of family businesses; the second focuses on corporate governance and the role of independent directors; the third and fourth present an empirical analysis of a sample of listed Italian family firms, using 2023 financial data and board composition information.