"La nuova diplomazia: strategie di disinformazione e attacchi informatici nella competizione internazionale"

Abstract

Le caratteristiche uniche del cyberspazio – bassi costi di accesso, anonimato, vulnerabilità delle infrastrutture critiche e rapida innovazione – permettono sia a Stati sia ad attori non statali (aziende tecnologiche, gruppi privati, individui) di esercitare influenza. Ciò porta a una duplice dinamica: diffusione del potere tra molti soggetti e, al tempo stesso, concentrazione in pochi attori globali, come grandi Stati e multinazionali. Il cyberspazio, definito dal NIST come una rete interconnessa di infrastrutture digitali e sistemi informativi, è oggi una dimensione centrale della vita quotidiana e delle relazioni internazionali. La sua natura dinamica e globale genera nuove opportunità ma anche sfide legate a sicurezza, sovranità e responsabilità. In questo contesto emerge il concetto di cyberpotere, inteso come capacità di influenzare eventi attraverso il controllo di dati, reti e tecnologie, che si affianca ai tradizionali strumenti di hard e soft power. I dati diventano la nuova risorsa strategica, alimentando una vera e propria “geopolitica dei dati”. Questo scenario richiede nuove forme di diplomazia cibernetica, con l’istituzione di agenzie, comandi digitali e figure specializzate come il diplomatico cibernetico, incaricato di prevenire conflitti, negoziare accordi e promuovere cooperazione.

Gli attacchi informatici, che possono colpire individui, settori strategici o interi Stati, hanno già dimostrato il potenziale destabilizzante del cyberspazio (Estonia 2007, Stuxnet, NotPetya). La comunità internazionale, in particolare UE e ONU, sta sviluppando iniziative e regole per garantire un cyberspazio aperto e sicuro, riconoscendone il ruolo cruciale per la sicurezza e la governance globale del futuro. Ho analizzato quindi, le leggi sul cyber-spazio, la guerra ibrida e le sfide internazionali che le riguardano.

The unique characteristics of cyberspace –low access costs, anonymity, vulnerability of critical infrastructure and rapid innovation – allow both states and non-state actors (technology companies, private groups, individuals) to exert influence. This leads to a dual dynamic: diffusion of power among many subjects and, at the same time, concentration in a few global actors, such as large states and multinationals. Cyberspace, defined by NIST as an interconnected network of digital infrastructures and information systems, is today a central dimension of daily life and international relations. Its dynamic and global nature generates new opportunities but also challenges related to security, sovereignty and responsibility. In this context, the concept of cyberpower emerges, understood as the ability to influence events through the control of data, networks and technologies, which joins traditional hard and soft power tools. Data becomes the new strategic resource, fueling a real “geopolitics of data”. This scenario requires new forms of cyber diplomacy, with the establishment of agencies, digital commands and specialized figures such as the cyber diplomat, charged with preventing conflicts, negotiating agreements and promoting cooperation.

Cyberattacks, which can target individuals, strategic sectors or entire states, have already demonstrated the destabilizing potential of cyberspace (Estonia 2007, Stuxnet, NotPetya). The international community, in particular the EU and the UN, is developing initiatives and rules to ensure an open and secure cyberspace, recognizing its crucial role for the security and global governance of the future. I then analyzed the laws on cyber-space, hybrid warfare and the international challenges that concern them.