LA DISSOLUZIONE DELLA JUGOSLAVIA: IL RUOLO DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE DURANTE IL CONFLITTO BOSNIACO
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Author
Gosio, Michele <2001>
Date
2025-10-15Data available
2025-10-23Abstract
Il conflitto bosniaco, scoppiato all’inizio degli anni Novanta, rappresenta uno degli
episodi più drammatici e complessi della storia recente. In esso si intrecciano dimensioni
etniche, politiche e geopolitiche, che hanno generato una guerra, segnata da violenze
sistematiche, assedi urbani e gravi violazioni dei diritti umani, culminate nel genocidio di
Srebrenica del luglio 1995.
All’interno di questo quadro, la comunità internazionale si è trovata di fronte a una crisi
che ha messo in discussione i fondamenti stessi del sistema di sicurezza collettiva
costruito nel secondo dopoguerra, sollevando interrogativi circa la capacità delle
organizzazioni sovranazionali di prevenire i conflitti, proteggere le popolazioni civili e
ripristinare la pace.
Il caso bosniaco non è soltanto una pagina tragica di storia europea, ma anche un
laboratorio politico e diplomatico che consente di riflettere sui limiti e sulle possibilità
dell’intervento internazionale in situazioni di conflitto armato. La difficoltà di conciliare
il rispetto della sovranità statale con l’urgenza di garantire la protezione dei diritti
fondamentali, le esitazioni iniziali delle potenze occidentali, le ambiguità delle missioni
di peacekeeping e, infine, la svolta rappresentata dagli accordi di Dayton costituiscono
aspetti centrali che rendono questo conflitto un caso di studio imprescindibile per
comprendere l’evoluzione delle relazioni internazionali contemporanee.
La tesi si propone di analizzare in particolare il ruolo della comunità internazionale,
evidenziando le mancanze e le contraddizioni che hanno caratterizzato l’iniziale risposta
ai crimini perpetrati in Bosnia, e i successivi passi avanti compiuti nella definizione di
nuove strategie di gestione di crisi di questa portata.
L’attenzione sarà posta non solo sulla fase bellica, ma anche sul periodo immediatamente
successivo, durante il quale sono stati gettati i fondamenti di una lunga e complessa opera
di stabilizzazione The Bosnian conflict, which broke out in the early 1990s, represents one of the
most dramatic and complex episodes in recent history. It intertwined ethnic, political, and geopolitical dimensions, generating a war marked by systematic violence, urban sieges, and serious human rights violations, culminating in the genocide in
Srebrenica in July 1995.
Within this framework, the international community faced a crisis
that called into question the very foundations of the collective security system
built after World War II, raising questions about the capacity of
supranational organizations to prevent conflicts, protect civilian populations, and
restore peace.
The Bosnian case is not only a tragic page in European history, but also a
political and diplomatic laboratory that allows us to reflect on the limits and possibilities
of international intervention in situations of armed conflict. The difficulty of reconciling
respect for state sovereignty with the urgency of ensuring the protection of fundamental
rights, the initial hesitations of Western powers, the ambiguities of peacekeeping
missions, and, finally, the turning point represented by the Dayton Accords are
central aspects that make this conflict an essential case study for
understanding the evolution of contemporary international relations.
The thesis aims to analyze in particular the role of the international community,
highlighting the shortcomings and contradictions that characterized the initial response
to the crimes perpetrated in Bosnia, and the subsequent steps forward made in defining
new crisis management strategies of this magnitude.
Attention will be focused not only on the war phase, but also on the immediate
post-war period, during which the foundations were laid for a long and complex process
of political and institutional stabilization in Bosnia.
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesisCollections
- Laurea Triennale [3620]

