"Voci di cambiamento: un'analisi linguistica dei discorsi politici di Alexandria Ocasio-Cortez"

Abstract

This thesis analyzes the political language of Alexandria Ocasio-Cortez (AOC), a central figure of U.S. progressivism and an international reference point. Its aim is to show how her linguistic and rhetorical choices build an authentic and credible image and a political community based on solidarity and collective mobilization. The analysis begins with her biography: raised in the Bronx in a context of inequality, AOC developed a sensitivity focused on justice, equality, and social rights, themes that emerge in her speeches. The theoretical framework combines classical approaches (Aristotle’s logos, ethos, pathos) with contemporary ones (Van Dijk, Fairclough, stance, evaluation, pronouns), highlighting how political discourse is tied to power and identity construction. The qualitative selection of oral speeches—from congressional interventions to rallies—reveals recurring strategies. On the rational level (logos), AOC uses data, laws, and statistics; on the ethical level (ethos), she refers to personal experiences to show proximity to ordinary lives; on the emotional level (pathos), she mobilizes indignation and hope, turning emotions into collective energy. Central is her evaluative language, which polarizes by attributing positive values to the defended (justice, dignity, working people) and negative ones to opponents (corrupt, greedy). The use of pronouns strengthens this dynamic: an authentic “I,” a “we” that unites or opposes, a “you” that holds accountable or accuses, and a “they” that designates enemies and obstacles. The study shows that AOC does not speak only for but with citizens, turning individual experiences into collective symbols. Her political strength lies in showing that politics takes place in words, narratives, and values. Though limited to oral speeches, the research demonstrates that language is not only a tool of communication but politics itself: through it, communities, belonging, and shared visions of the future are built.

La tesi analizza il linguaggio politico di Alexandria Ocasio-Cortez (AOC), figura centrale del progressismo statunitense e riferimento internazionale. L’obiettivo è mostrare come le sue scelte linguistiche e retoriche costruiscano un’immagine autentica e credibile e una comunità politica fondata su solidarietà e mobilitazione. L’analisi parte dalla biografia: cresciuta nel Bronx in un contesto di disuguaglianze, AOC sviluppa una sensibilità centrata su giustizia, uguaglianza e diritti sociali, temi che emergono nei discorsi. La cornice teorica unisce approcci classici (logos, ethos, pathos di Aristotele) e contemporanei (Van Dijk, Fairclough, stance, valutazione, pronomi), mostrando come il discorso politico sia legato a potere e costruzione di identità. La selezione qualitativa di discorsi orali – da interventi parlamentari a comizi – rivela strategie ricorrenti. Sul piano razionale (logos), AOC usa dati, leggi, statistiche; sul piano etico (ethos), richiama esperienze personali per mostrarsi vicina al vissuto comune; sul piano emotivo (pathos), mobilita indignazione e speranza, trasformando emozioni in energia collettiva. Centrale è il linguaggio valutativo, che polarizza attribuendo valori positivi ai difesi (justice, dignity, working people) e negativi agli avversari (corrupt, greedy). L’uso dei pronomi rafforza questa dinamica: “io” autentica, “noi” unisce o contrappone, “voi” responsabilizza o accusa, “loro” designa nemici e ostacoli. Dallo studio emerge che AOC non parla solo per ma con i cittadini, trasformando esperienze individuali in simboli collettivi. La sua forza politica risiede nel mostrare che la politica si gioca nelle parole, nei racconti e nei valori evocati. Pur limitata all’analisi dei discorsi orali, la ricerca dimostra che il linguaggio è non solo mezzo di comunicazione, ma politica stessa: attraverso di esso si costruiscono comunità, appartenenza e visioni condivise del futuro.