"Criminalità organizzata e attività d'impresa"

Abstract

La tesi analizza il rapporto tra criminalità organizzata e attività d’impresa, ricostruendo l’evoluzione del reato di associazione mafiosa (art. 416-bis c.p.) verso forme di “mafia imprenditrice” e le principali modalità di infiltrazione nell’economia legale. Dopo aver individuato indici rivelatori e dinamiche dell’“area grigia” pubblico–privata (con cenno al caso Mafia Capitale), il lavoro esamina il sistema degli strumenti di contrasto nel doppio binario prevenzione–repressione, con attenzione ai principi di legalità, prevedibilità e proporzionalità. In particolare, vengono approfondite le misure di prevenzione patrimoniali (sequestro e confisca) e l’informazione interdittiva antimafia, evidenziandone presupposti, standard probatori, effetti su contratti e rapporti con la P.A., oneri motivazionali e necessità di rivalutazione periodica per evitare esiti eccessivamente afflittivi. Il cuore dell’elaborato è dedicato al controllo giudiziario ex art. 34-bis d.lgs. 159/2011, inteso come strumento di “bonifica” e continuità aziendale. Se ne illustrano presupposti applicativi, funzione recuperatoria, contenuto prescrittivo e coordinamento con la sospensione degli effetti dell’interdittiva, nonché i riflessi sul modello di responsabilità da reato dell’ente (d.lgs. 231/2001) e con le misure straordinarie di gestione/monitoraggio introdotte per garantire prestazioni essenziali e tutela del mercato. L’analisi, condotta su fonti normative, giurisprudenza e dottrina recenti, mette a fuoco il bilanciamento tra esigenze di sicurezza e salvaguardia della concorrenza, proponendo criteri applicativi fondati su attualità del rischio, motivazione analitica e prognosi di bonificabilità. In conclusione, si sostiene una lettura delle misure antimafia orientata alla continuità legale dell’impresa meritevole, in un quadro di controlli effettivi e di responsabilizzazione organizzativa.

This thesis examines the relationship between organized crime and business activity, tracing the evolution of Italy’s mafia offense (Art. 416-bis Criminal Code) toward the model of the “entrepreneurial mafia” and mapping the main modalities of infiltration into the legal economy. After identifying red flags and mechanisms within the public–private “grey area” (with a brief note on the Mafia Capitale case), the work analyzes the two-track system of repression and prevention, with particular attention to legality, foreseeability, and proportionality. It then focuses on preventive asset measures (seizure and confiscation) and on the anti-mafia interdiction measure, clarifying prerequisites, evidentiary standards, effects on contracts and relations with public authorities, the duty to give analytical reasons, and the need for periodic reassessment to avoid overly afflictive outcomes. The core of the thesis is the judicial supervision measure under Art. 34-bis of Legislative Decree 159/2011, conceived as a tool for “remediation” and business continuity. The study details its conditions for application, remedial function, prescriptive content, and coordination with the statutory suspension of the interdiction’s effects, as well as its interplay with corporate criminal liability (Legislative Decree 231/2001) and with extraordinary management/monitoring measures aimed at safeguarding essential services and market order. Drawing on recent statutes, case law, and scholarship, the analysis calibrates the balance between security needs and competition protection, and proposes application criteria grounded in the currentness of risk, individualized reasoning, and a prognosis of remediability. The conclusion supports an interpretation of anti-mafia measures oriented toward the lawful continuity of deserving firms, within a framework of effective oversight and organizational accountability.