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L’esercizio del diritto di sciopero nell’ordinamento italiano

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tesi34561837.pdf (376.5Kb)
Author
Orlandi, Giada <2003>
Date
2025-10-14
Data available
2025-10-16
Abstract
Il diritto di sciopero rappresenta uno degli strumenti più significativi di autotutela collettiva riconosciuti ai lavoratori. L’analisi dimostra come lo sciopero abbia attraversato fasi profondamente diverse: da comportamento penalmente rilevante e sanzionato severamente, a libertà tollerata ma priva di effettivo riconoscimento, fino ad arrivare, con la Costituzione del 1948, a diritto fondamentale. La disciplina giuridica dello sciopero, in Italia, si è così intrecciata con i grandi cambiamenti politici e istituzionali: dallo Statuto Albertino e dal Codice penale sardo, che lo qualificavano come reato, al codice Zanardelli, che per la prima volta ne depenalizzò l’esercizio; dal periodo fascista, che impose l’unicità sindacale e vietò ogni forma di conflitto collettivo, fino ad arrivare al 1948 in cui lo sciopero venne finalmente riconosciuto dall’articolo 40 della Costituzione. L’articolo 40 rappresenta un momento di svolta: la Costituzione riconosce il diritto di sciopero come un vero e proprio diritto soggettivo, esercitabile dai lavoratori a tutela di interessi collettivi e sindacali. Se da un lato ha consentito ai lavoratori di disporre di uno strumento giuridicamente protetto per rivendicare condizioni più eque, dall’altro ha richiesto un continuo bilanciamento con altri diritti costituzionalmente garantiti, in primis quello dei datori di lavoro e degli utenti dei servizi pubblici essenziali.
 
The right to strike represents one of the most significant tools of collective self-defense recognized by workers. The analysis demonstrates how the right to strike has gone through profoundly different phases: from criminal conduct subject to severe sanctions, to a freedom tolerated but lacking effective recognition, until it became a fundamental right with the 1948 Constitution. The legal regulation of the strike in Italy has thus become intertwined with major political and institutional changes: from the Albertine Statute and the Sardinian Penal Code, which classified it as a crime, to the Zanardelli Code, which decriminalized its exercise for the first time; from the Fascist period, which imposed the single union and banned all forms of collective conflict, until 1948, when the strike was finally recognized by Article 40 of the Constitution. Article 40 represents a turning point: the Constitution recognizes the right to strike as a truly subjective right, exercisable by workers to protect collective and union interests. While on the one hand it has given workers a legally protected tool to demand fairer conditions, on the other it has required a constant balancing of these rights with other constitutionally guaranteed rights, primarily those of employers and users of essential public services.
 
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesis
Collections
  • Laurea Triennale [3493]
URI
https://unire.unige.it/handle/123456789/13106
Metadata
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