E' possibile perdonarsi? Le emozioni morali e l'auto-perdono nei detenuti.
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Author
Grasso, Agata <2003>
Date
2025-09-18Data available
2025-09-25Abstract
Il presente lavoro esplora il costrutto dell’auto-perdono all’interno delle mura carcerarie descrivendolo come un viaggio interiore e dinamico che permette al reo di esplorarsi dentro, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e aprirsi al cambiamento accettando e sostituendo le emozioni dolorose che lo abitano. Tra queste, colpa e vergogna, pur differenti tra loro, giocano un ruolo cruciale nel facilitare o ostacolare questo cammino: riconoscerle e gestirle può aiutare il detenuto a prendere consapevolezza del danno causato e a orientarsi verso un sé più responsabile. Oltre alle emozioni morali il percorso verso l’auto-perdono è influenzato da altri fattori: la gravità dell’offesa, la possibilità di fare ammenda, il sostegno di familiari e affetti, le aspettative sociali e culturali e il desiderio di riaffermare un’identità positiva. Perdonare se stessi, quindi, non significa semplicemente “lasciarsi tutto alle spalle”, ma rappresenta un viaggio che prevede impegno, responsabilità e volontà nel costruire un nuovo sé migliore. Interventi psicologici, tecniche di ristrutturazione cognitiva e programmi di giustizia riparativa, in cui vittima, reo e comunità collaborano alla risoluzione del conflitto, accompagnano il detenuto nella riconciliazione con sé stesso, con gli altri e con la comunità.
È allora possibile perdonarsi? L’analisi dimostra che, anche in contesti complessi come quello carcerario, l’auto-perdono è possibile, ma richiede un percorso consapevole, guidato dalla responsabilità, dalle emozioni morali e dal sostegno relazionale e istituzionale. This work explores self-forgiveness within the prison walls, describing it as an inner and dynamic journey that allows the inmate to explore themselves inwardly, take responsibility for their actions, and open up to change by accepting and transforming the painful emotions they experience. Among these, guilt and shame, although different from each other, play a crucial role in either supporting or hindering this process: recognizing and managing them can help the inmate acknowledge the harm caused and move toward a more responsible self. Beyond moral emotions, the path to self-forgiveness is influenced by other factors: the severity of the offense, the possibility of making amends, the support of family and loved ones, social and cultural expectations, and the desire to reaffirm a positive identity. Self-forgiveness, therefore, does not simply mean “leaving everything behind,” but represents a journey that requires commitment, responsibility, and the will to build a new ideal self. Psychological interventions, cognitive restructuring techniques, and restorative justice programs, in which victims, offenders, and community members collaborate to resolve the conflict, support the inmate in reconciling with themselves, others, and the community.
So, is it possible to forgive oneself? The analysis shows that, even in complex contexts such as prisons, self-forgiveness is possible, but it requires a conscious journey guided by responsibility, moral emotions, and relational and institutional support.
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesisCollections
- Laurea Triennale [3493]