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dc.contributor.advisorMuroni, Rosa Maria <1954>
dc.contributor.authorBigatti, Lupo <1999>
dc.date.accessioned2025-07-24T14:15:47Z
dc.date.available2025-07-24T14:15:47Z
dc.date.issued2025-07-17
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/12549
dc.description.abstractQuesta tesi nasce da una domanda semplice: cosa accade dentro la mente di chi decide di attraversare un oceano in barca a vela? E cosa ci racconta questa esperienza, così estrema e al tempo stesso così umana, sulle risorse psicologiche che ognuno di noi può attivare quando è spinto al limite? A partire da questa curiosità, il lavoro si articola in due parti. La prima ricostruisce il contesto storico e teorico: dalla storia della navigazione alle basi della psicologia dello sport, fino alla specificità della vela come spazio di osservazione privilegiato per le dinamiche mentali, emotive e relazionali. La seconda parte dà voce direttamente ai protagonisti: cinque navigatori oceanici che hanno condiviso i loro vissuti in interviste in profondità. Attraverso un’analisi qualitativa, emergono temi ricorrenti ma tutt’altro che banali: il bisogno di “staccare” dalla vita di terra, la ricerca di un silenzio interiore, la libertà che nasce dal potersi concentrare solo sul gesto immediato, sul presente, senza dover pianificare troppo lontano. È anche uno spazio di prova: ci si mette alla prova, si verifica cosa accade quando si è davvero soli con sé stessi, o quando si è chiamati a guidare un gruppo in condizioni complesse. Accanto ai vissuti personali, la tesi riflette su una figura che spesso resta ai margini, ma è centrale nel percorso di molti velisti: quella del tecnico invisibile. Una presenza non sempre formalizzata, ma emotivamente fondamentale, che accompagna, sostiene e a volte silenziosamente guida.it_IT
dc.description.abstractThis thesis stems from a simple question: what happens in the mind of someone who decides to cross an ocean on a sailboat? And what can this experience—so extreme and yet so deeply human—tell us about the psychological resources each of us can draw upon when pushed to our limits? Starting from this curiosity, the work is divided into two parts. The first reconstructs the historical and theoretical context: from the history of navigation to the foundations of sports psychology, and finally to the unique characteristics of sailing as a privileged space for observing mental, emotional, and relational dynamics. The second part gives voice directly to the protagonists: five ocean sailors who shared their personal experiences in in-depth interviews. Through a qualitative analysis, recurring yet far from trivial themes emerge: the need to “disconnect” from life on land, the search for inner silence, the sense of freedom that comes from focusing solely on immediate action, on the present, without needing to plan too far ahead. It is also a space for testing oneself—seeing what happens when one is truly alone, or when one is called upon to lead a group in complex conditions. Alongside these personal accounts, the thesis also reflects on a figure who often remains in the background but plays a central role in the journey of many sailors: the invisible coach. A presence not always formally recognized, but emotionally essential—someone who accompanies, supports, and at times quietly guides.en_UK
dc.language.isoit
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/closedAccess
dc.titleLa psicologia a bordo nelle attraversate oceaniche a velait_IT
dc.title.alternativepsychology onboard a sailing ocean crossingen_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/masterThesis
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2024/2025
dc.description.corsolaurea8749 - SCIENZE E TECNICHE DELLO SPORT
dc.description.area6 - MEDICINA E CHIRURGIA
dc.description.department100008 - DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE


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