Interventi e strategie sui comportamenti problema per promuovere l'inclusione nei contesti scolastici e sociali

Abstract

Ogni educatore, insegnante o genitore si è trovato almeno una volta di fronte a un bambino che “disturba”, “sfida”, “non si concentra”. Dietro questi comportamenti che a prima vista appaiono provocatori o irrispettosi, si celano spesso difficoltà emotive, relazionali o cognitive che meritano attenzione e comprensione. I cosiddetti comportamenti problema non sono semplici “capricci”, ma richieste di aiuto che il bambino esprime con gli strumenti a sua disposizione – spesso insufficienti o disfunzionali. Negli ultimi anni, il concetto di bisogno educativo speciale si è ampliato, svincolandosi dalla sola presenza di diagnosi certificate (MIUR, 2012; Circolare n.8/2013), per includere anche quelle situazioni in cui sono le difficoltà relazionali, comportamentali e ambientali a richiedere un intervento educativo mirato. Il riconoscimento di disturbi come l’ADHD, il disturbo oppositivo provocatorio (DOP) e il disturbo della condotta ha portato alla luce la necessità di un cambiamento di prospettiva: non più solo contenere o correggere il comportamento, ma comprenderlo e guidarlo (Fedeli, 2020; Henggeler et al., 2009). Questa tesi nasce proprio con l’intento di approfondire tali tematiche. Nella prima parte vengono analizzate le caratteristiche dei comportamenti problema e dei principali disturbi ad essi associati, mentre nella seconda parte l’attenzione si concentra sugli interventi educativi e psicoeducativi evidence-based, come il Coping Power Program (Lochman et al., 2023), il Parent Training e tecniche cognitivo-comportamentali come il time out, la token economy e il costo della risposta (Ianes & Cramerotti, 2002; Usai et al., 2012). L’obiettivo non è solo teorico: questa ricerca vuole essere anche un piccolo strumento pratico per chi si trova a vivere, ogni giorno, la sfida educativa con bambini che hanno bisogno di più tempo, più pazienza e più fiducia.

Every educator, teacher, or parent has, at some point, encountered a child who is perceived as “disruptive,” “defiant,” or “unable to concentrate.” Behind these behaviors, which may initially appear provocative or disrespectful, there are often underlying emotional, relational, or cognitive difficulties that deserve attention and understanding. What are commonly referred to as problematic behaviors are not mere “tantrums,” but rather calls for help expressed through the limited and often dysfunctional tools available to the child.

In recent years, the concept of special educational needs has expanded beyond the presence of certified diagnoses (MIUR, 2012; Circular No. 8/2013), to include situations in which relational, behavioral, and environmental difficulties call for targeted educational intervention. The recognition of disorders such as ADHD, oppositional defiant disorder (ODD), and conduct disorder has highlighted the need for a shift in perspective: the goal is no longer simply to contain or correct behavior, but to understand and guide it (Fedeli, 2020; Henggeler et al., 2009).

This thesis aims to explore these issues in greater depth. The first section analyzes the characteristics of problematic behaviors and the main disorders associated with them. The second section focuses on evidence-based educational and psychoeducational interventions, such as the Coping Power Program (Lochman et al., 2023), Parent Training, and cognitive-behavioral techniques like time-out, token economy, and response cost (Ianes & Cramerotti, 2002; Usai et al., 2012).

The goal is not purely theoretical: this research also aspires to serve as a small practical tool for those who face, every day, the educational challenge of working with children who need more time, more patience, and more trust.