I disegni di Giacinto Calandrucci per Palermo: religiosità e potere agli albori del Settecento
View/ Open
Author
Faraci, Angelo Antonio <1989>
Date
2024-10-31Data available
2024-11-14Abstract
La tesi pone come oggetto di studio un focus sulla produzione di disegni di Giacinto Calandrucci realizzati per la sua città natale: Palermo. L’artista, nato nel 1646, mosse i primi passi sotto la direzione del trapanese Andrea Carreca. Quasi ventenne si trasferì a Roma dove entrò subito in contatto con la bottega di Carlo Maratti, del quale fu fedelissimo collaboratore per quasi quarant’anni. Il catalogo dei disegni dell’artista, che conta un grande quantitativo di fogli sparsi nelle collezioni museali europee e americane, con due nuclei principale al Louvre di Parigi e al Kunstmuseum di Düsseldorf, ha permesso di ricostruire visivamente alcune opere andate perdute che il pittore eseguì tra il 1703 e il 1707. Dopo la notevole fortuna romana al fianco di Maratti, Calandrucci fece definitivo ritorno a Palermo nel 1706, richiamato per l’esecuzione dell’affresco nella volta dell’Oratorio della Compagnia in San Lorenzo. Tuttavia, lavorò all’impresa pochi mesi poiché fu colpito da una fatale febbre che lo portò rapidamente alla morte il 22 febbraio del 1707. La volta, distrutta dal terremoto del 1823, appare oggi vuota, ma grazie ai disegni rintracciati è possibile visualizzare il completamento di uno dei luoghi più rappresentativi per l’arte siciliana. Simile sorte toccò alla grande pala d’altare della Comunione di Santa Rosalia, dipinta nel 1703, per la chiesa del monastero di San Basilio, oggi perduta, elaborata da Calandrucci tramite un lungo processo creativo testimoniato da numerosi fogli preparatori. Infine, l’ultima tela dipinta poco prima della morte, ovvero la Madonna del Rifugio dei Peccatori Pentiti, unica opera ancora esistente, che presenta un linguaggio pienamente barocco e, tal ragione, possiamo definire come perfetta summa della formazione e della carriera romana del Calandrucci. L’indagine, dunque, mette insieme i tasselli di un complicato mosaico, composto da disegni, documenti e notizie storiche incentrate alla riscoperta dell’artista palermitano. The subject of the thesis is Giacinto Calandrucci's drawings made for his hometown of Palermo. The artist, born in 1646, had Andrea Carreca from Trapani as his first teacher. When he was twenty, he moved to Rome where he entered Carlo Maratti's workshop, where he remained for forty years. The artist's drawings in European and American museum collections (with two major collections in the Louvre in Paris and the Kunstmuseum in Düsseldorf) allow us to reconstruct some lost works that the painter executed between 1703 and 1707. After his time in Rome with Maratti, Calandrucci returned to Palermo in 1706, where he executed the fresco in the vault of the Oratorio della Compagnia in San Lorenzo. However, a few months later, he was struck by a fatal fever that quickly led to his death on 22 February 1707. The vault, destroyed by the earthquake of 1823, appears empty today, but thanks to the rediscovered drawings, it is possible to imagine it ideally. A similar fate befell the large altar painting of the Communion of St. Rosalie, made in 1703, for the church of the monastery of San Basilio, now lost, elaborated by Calandrucci, as evidenced by numerous preparatory drawings. Finally, the last canvas painted shortly before his death is the Madonna of the Refuge of Repentant Sinners, which still exists, in a Baroque style. It is the perfect synthesis of Calandrucci's Roman training. The thesis combines drawings, documents and historical information on the artist who had a vast fortune in the capital, but who his hometown has almost forgotten.