"Esposizione all'interferente endocrino Bisfenolo-A e rischio di tumore mammario: epidemiologia e prevenzione"

Abstract

Secondo le stime GLOBOCAN 2020 il tumore mammario è la neoplasia più comunemente diagnosticata nelle donne, superando il tumore polmonare con la comparsa di circa 2,3 milioni di nuovi casi. Da allora l’incidenza è aumentata ad un ritmo allarmante. Studi recenti hanno evidenziato che potrebbe esistere un'associazione tra la comparsa e la progressione del tumore mammario e una rilevante esposizione a determinati contaminanti, definiti come “interferenti endocrini”. Sebbene gli effetti di questi composti non siano ancora del tutto chiari, è noto che alcuni di essi sono dotati di somiglianze strutturali con gli ormoni che controllano la crescita e lo sviluppo del seno. Tra questi, il bisfenolo A è sicuramente il più conosciuto e rappresenta il simbolo per eccellenza dell’interferenza endocrina. Si tratta di una sostanza molto utilizzata nel settore industriale e ampiamente ubiquitaria, tanto che secondo le indagini condotte a livello nazionale oltre il 90-95% della popolazione ne rivela concentrazioni considerevoli, dimostrando la costanza e l’inevitabilità della sua esposizione. Ciò ha suscitato molta preoccupazione poiché il bisfenolo A, essendo uno xenoestrogeno, presenta importanti implicazioni nel tumore mammario. Inoltre, diversi studi hanno mostrato che questo interferente endocrino è in grado di provocare effetti rilevanti anche a concentrazioni molto basse e potrebbe essere dotato di un meccanismo dose-risposta non lineare. Lo scopo di questo elaborato è, dunque, quello di valutare il contributo determinato dall’esposizione al bisfenolo A nell’aumento del rischio legato alla cancerogenesi del tumore mammario, illustrando i principali meccanismi con cui è in grado di promuovere il suo sviluppo e focalizzando particolarmente l'attenzione sulle misure di prevenzione che sono state adottate per cercare di diminuire o rallentare la sua incidenza.

According to GLOBOCAN 2020 estimates breast cancer is the most commonly diagnosed neoplasm in women, overtaking lung cancer with the appearance of approximately 2.3 million new cases. Since then, the incidence has increased at an alarming rate. Recent studies have highlighted that there may be an association between the onset and progression of breast cancer and significant exposure to certain contaminants, known as "endocrine disruptors". Although the effects of these compounds are not yet fully understood, it is known that some of them have structural similarities with the hormones that control breast growth and development. Among these, bisphenol A is certainly the most renowned and represents the symbol par excellence of endocrine interference. It is a substance widely employed in the industrial sector and very ubiquitous, so much so that according to surveys conducted at a national level, over 90-95% of the population reveals considerable concentrations, demonstrating the constancy and inevitability of its exposure. This has raised much concern since bisphenol A, as a xenoestrogen, has important implications in breast cancer. Furthermore, several studies have shown that this endocrine disruptor is capable of causing significant effects even at very low concentrations and could possess a non-linear dose-response mechanism. Therefore, the aim of this dissertation is to evaluate the contribution given by the exposure to bisphenol A in the increased risk of breast cancer, illustrating the main mechanisms with which it is able to promote its development and further focusing the attention on the prevention measures that have been adopted to decrease or slow down its incidence.